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Montelupo Fiorentino - Laboratorio ceramica - RCX 50

L'artigianato in Toscana: 10 prodotti da non perdere

La Toscana racchiude nei suoi borghi e nelle città tesori di inestimabile valore, realizzati con materie prime locali, in continuità con antiche tradizioni

In Toscana l’artigianato è eccellenza, sintesi di esperienza e sperimentazione. La creatività, il senso estetico e la competenza si trasformano in oggetti di uso quotidiano, realizzati con ricercatezza e con materiali di altissima qualitàOgni singola città toscana racchiude tesori artigianali di inestimabile valore, lavorati utilizzando materie prime locali e portando avanti una tradizione fortemente radicata.

Facciamo un tour tra alcuni dei prodotti dell’artigianato toscano più famosi e richiesti, con qualche notizia storica e curiosità.

Indice
  • 1.
    La ceramica di Montelupo
  • 2.
    Il panno Casentino
  • 3.
    Cristallo di Colle Val d'Elsa
  • 4.
    Il cappello di paglia di Signa
  • 5.
    L'alabastro di Volterra
  • 6.
    Il tessuto di Prato
  • 7.
    Il cotto di Impruneta
  • 8.
    Il marmo di Carrara
  • 9.
    L'oro di Arezzo
  • 10.
    I profumi di Firenze
1.

La ceramica di Montelupo

Montelupo Fiorentino - Laboratorio ceramica
Montelupo Fiorentino - Laboratorio ceramica

La storia di Montelupo Fiorentino è strettamente legata alla ceramica. In particolare a partire dal Trecento, questa piccola città ha dedicato la sua produzione artigianale alla maiolica di ispirazione ispano-moresca, con motivi decorativi che prediligono colori come il blu e il verde, realizzando oggetti come piatti e vasellame di ricercata bellezza.

L’utilizzo dell’argilla è dovuto al fatto che Montelupo si trovi sulle rive dell’Arno, ricche di questa materia prima. Oggi la produzione è ancora molto viva è può essere ammirata sia nelle botteghe locali, sia nel Museo della Ceramica. Il museo conserva un’incredibile collezione di mille opere realizzate dalla fine del Duecento al Settecento.

1.

Il panno Casentino

Il Panno Casentino e l'antico telaio
Il Panno Casentino e l'antico telaio - Credit: Marta Mancini

Il panno casentino è un tessuto di lana lavorato in modo tradizionale e ha origini molto antiche. Il tessuto viene follato, ovvero infeltrito, e garzato, in modo da risultare impermeabile e resistente. Per queste sue peculiarità in passato veniva utilizzato molto spesso dai pastori, dai boscaioli e da chi lavorava all’aperto affrontando il clima rigido dell’inverno.

Dalla fine dell’Ottocento è diventato un tessuto utilizzato per cappotti e giacconi maschili e oggi si presenta in tinte che vanno dal marrone, all’arancio, al verde, sotto forma di capi di abbigliamento moderni ed eleganti, di tendenza.

1.

Cristallo di Colle Val d'Elsa

Cristallo di Colle Val d'Elsa
Cristallo di Colle Val d'Elsa - Credit: Cucini Franco Moleria

Colle Val d’Elsa è la Boemia d'Italia: la sua produzione rappresenta la testimonianza di un’arte antica e raffinata, ovvero quella della produzione e dell’incisione del vetro e del cristallo. Nel 1820 Francesco Mathis apre una fabbrica di cristalli che poi verrà acquistata da Giovan Battista Schmid alla sua morte. Bicchieri, bottiglie, vasi, componenti per lampadari e lumi, articoli da farmacia e oggetti di uso quotidiano erano frutto di mesi e mesi di lavoro di maestri vetrai che utilizzavano materie prime di origine locale.

Oggi a Colle Val d’Elsa viene prodotto il 95% del cristallo italiano e visitando il Museo del Cristallo si ha possibilità di apprezzare opere artigianali e artistiche ricercate come la foresta di cristallo. 

1.

Il cappello di paglia di Signa

Chapeau de paille florentin
Chapeau de paille florentin - Credit: Flavia Cori

Per secoli il cappello ha permesso all’uomo di proteggersi dal caldo e dal freddo. Nei primi anni del Settecento a Signa si iniziò a coltivare il grano non per fini alimentari ma per creare cappelli di paglia, un’idea rivoluzionaria che permise alla zona fiorentina di diventare il primo produttore di questo accessorio in tutto l’Occidente. Chiamati leghorn (poiché venivano imbarcati al porto di Livorno), i cappelli fiorentini conobbero grande fama in tutto il mondo.

A iniziare questa attività fu Domenico Michelacci che decise di seminare il grano marzulo fittamente e di raccoglierlo prima che giungesse a completa maturazione. Le piante, in cerca di luce, si allungavano, fornendo una paglia più lunga e morbida da intrecciare, dal colore chiaro e uniforme.
Il Museo Domenico Michelacci raccoglie attrezzature, documenti e fotografie relative alla coltivazione e lavorazione della paglia usata per realizzare cappelli e accessori di moda.

1.

L'alabastro di Volterra

alabastro
alabastro - Credit: Consorzio Turistico Volterra

A Volterra, dai tempi degli antichi Etruschi, si lavora una pietra bianca, molto più malleabile rispetto al duro marmo. L’alabastro, per le sue caratteristiche, è adatto a riprodurre motivi ornamentali ricchi di dettagli e, con la sua bellezza, costituisce un elemento caratterizzante della cultura e dell’artigianato locale.

La fase iniziale della lavorazione è quella della progettazione: si realizza un disegno, lo si consegna all’artigiano e sarà lui a trasformarlo in realtà con l'aiuto di scalpelli e utensili elettrici come fresatrici e levigatrici. Gli oggetti realizzati sono davvero tanti, da lampade e plafoniere a scacchiere, statuette e oggettistica per abbellire il proprio arredamento. 
Puoi ammirare una collezione di reperti archeologici e manufatti in alabastro all'Ecomuseo di Volterra

1.

Il tessuto di Prato

Museo del tessuto
Museo del tessuto

La produzione di tessuti a Prato ha determinato la crescita economica di questa città sin dal Medioevo, grazie a un lavoro antico e raffinato. Dall'Ottocento in poi, lo sviluppo di questo settore, oltre al valore artistico, ha permesso anche un'evoluzione in campo tecnico davvero all'avanguardia.

La lavorazione del tessuto e la sua storia sono da ammirare nel Museo del Tessuto. Nella Sala storica sono esposti frammenti di tessuto copti e precolombiani, reperti medievali, velluti veneziani e fiorentini del Rinascimento. Ma ampio spazio è dato anche alla parte contemporanea, con mostre e installazioni.

1.

Il cotto di Impruneta

Statue in cotto della villa Corsini a Impruneta
Statue in cotto della villa Corsini a Impruneta - Credit: Francesco Del Bravo

In Toscana si producono vasi, mattoni e utensili da cucina in terracotta, un materiale malleabile ed elastico che si ottiene lavorando l'argilla con particolari tecniche, per poi cuocerla in fornaci che raggiungono anche 930 °C.
La più famosa terracotta è quella di Impruneta, un'antica cittadina a sud di Firenze, ricca di materie prime e votata da anni alla realizzazione di oggetti in "cotto" come elementi architettonici per le ville nobiliari della Toscana fino alle tegole del Duomo di Firenze.

Entrando in uno dei numerosi laboratori di terracotta potrai assistere al lavoro degli artigiani e scegliere quello che preferisci, tra piastrelle, vasi per piante, statue da portare a casa.
Anche gli studenti delle scuole possono cimentarsi in una prova artistica, "sporcandosi le mani" con creatività.

1.

Il marmo di Carrara

La lavorazione del marmo di Carrara
La lavorazione del marmo di Carrara

Carrara ha un legame profondo con il marmo bianchissimo e pregiato che proviene dalle cave nelle Alpi Apuane e che per secoli si è trasformato in statue e monumenti di bellezza ineguagliabile. Basti pensare al David di Michelangelo o al Duomo di Carrara. Un altro impiego ricorrente è nel campo dell'architettura (ad esempio per pavimentazioni, colonne e scalinate). Ma la bellezza del marmo si adatta anche a oggetti per la casa e elementi di arredamento come lampade, fioriere e pianali da cucina.

Nel Museo del marmo la cultura della lavorazione di questo materiale è preservata e valorizzata sia con una collezione permanente, sia con mostre temporanee e convegni. 

1.

L'oro di Arezzo

anello d'oro realizzato ad Arezzo
anello d'oro realizzato ad Arezzo

Arezzo ha sviluppato la propria economia attorno alla lavorazione dell’oro, ottenendo un primato mondiale. I laboratori orafi sono specializzati nella realizzazione di pezzi unici e oggetti preziosi realizzati attraverso tecniche artigianali. Tra le vie del centro, puoi entrare in una bottega e ammirare il processo di lavorazione dell'oro. Puoi addirittura imparare a realizzare un gioiello, passo dopo passo.

"OroArezzo, Mostra Internazionale dell’Oreficeria, Argenteria, Gioielleria" è un appuntamento fieristico di grande tradizione per la città. Raccoglie le eccellenze produttive di tutti i distretti orafi italiani, specializzate nella lavorazione di metalli ed elementi preziosi che esprimono il meglio della qualità della produzione orafa.

1.

I profumi di Firenze

Museo Villoresi
Museo Villoresi

L'arte della profumeria fiorentina ha origine negli usi della corte e della nobiltà rinascimentali ma è stato con Caterina de' Medici e con Renato Bianco che Firenze è diventata così rinomata in questo campo. René le Florentin - così lo chiamavano i francesi - era il maestro profumiere di fiducia di Caterina e per lei ideò i meravigliosi melagrani odorosi, creazioni orafe a forma di sfera contenenti profumi solidi, da portare al collo, alla cintura o da usare come diffusori per l'ambiente. Queste idee ingegnose in poco tempo vennero prese in prestito dai francesi. 

Nel centro di Firenze, ancora oggi, botteghe antiche e tradizionali continuano a realizzare profumi inebrianti di alta qualità. Alcune di esse realizzano prodotti su misura.

La lista dei migliori prodotti artigianali toscani non finisce qui. Dal ferro battuto alla soffiatura e cesellatura del vetro, dal legno alla carta, dai merletti alla pelle, l'elenco sarebbe davvero lunghissimo.

L'artigianato ci fa soffermare su quanto sia importante tramandare e preservare le tradizioni di ogni piccola realtà. Acquistare prodotti artigianali vuol dire prendere parte attiva in una bellissima storia collettiva.

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