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Gli Etruschi sono da sempre considerati un popolo misterioso sia per la loro provenienza indeterminata, sia per le differenze che intercorrono con altre civiltà antiche, come quella romana e quella greca, ma soprattutto per la fascinazione che avevano per le arti divinatorie e l’aldilà.

La Toscana era parte di quella fertile e ricca regione nota come Etruria, un territorio che conserva ancora oggi i lasciti preziosi di questa popolazione.

Museo nazionale etrusco di Chiusi

Di questa terra gli Etruschi hanno lavorato la pietra, all'apparenza così immutabile, hanno creato incredibili forme nel tufo e delicate creazioni con l'alabastro, hanno lavorato la terra con sapienti tecniche di agricoltura. La zona della Valdichiana, non a caso, è conosciuta come granaio d’Etruria e prodotti come l’olio e il vino si dice fossero abbondanti già nei pasti di questi storici abitanti. Fruttuosi anche i giacimenti minerari, che regalavano allume, argento, ferro e rame, in special modo nell’Isola d’Elba.

Proprio in Toscana si trovavano molte delle Dodecapoli, le città-stato etrusche. Arezzo, Chiusi, Chianciano Terme, Cortona, Fiesole, Volterra e Populonia, dunque, ma anche Roselle, Vetulonia e le affascinanti Pitigliano e Sorano, luoghi ricchi di reperti importanti, a partire dalle acropoli con resti di templi, insieme alle urne, ai corredi funerari e alle più grandi mura.

Viaggiando in Toscana, così ricca di eccellenze come vino, olio e grano, è possibile immergersi nella storia assaporando ciò che resta dell'antico legame fra questa terra e il popolo etrusco. Dal Chianti al Montalbano, dalla Val di Chiana alla Maremma, tra i filari, coltivi e oliveti di Barberino Tavarnelle, di Montepulciano, Scansano, Gavorrano ad esempio, sono stati rinvenuti preziosi reperti etruschi in gran parte custoditi nei musei che arricchiscono il cuore di questi splendidi borghi.

Tante le testimonianze che parlano di un popolo indipendente, dove le donne avevano un ruolo di rilievo nella società e in cui il mondo ultraterreno costituiva un tema centrale, tanto da trasformare complessi funerari in opere d'arte. Basti vedere gli affreschi come quello della tomba della Quadriga infernale di Sarteano, le opere di alta oreficeria, statue in bronzo, vasellame di vario genere decorato e dipinto. Oggetti di grande valore e fascino come le statuette del lago degli Idoli, custodite nel museo archeologico del Casentino, l'Ombra della sera di Volterra e l'Ombra di San Gimignano, il "Cappellone" di Murlo, il sontuoso Lampadario etrusco conservato al MAEC di Cortona, per citarne alcuni.

Ambigua curiosità destava il futuro, sempre indagato dai riti minuziosi dei sacerdoti. Alcuni aspetti del presente, invece, fanno pensare che non se ne siano mai andati: nelle “c” aspirate, in alcune consonanti che i toscani pronunciano, si nasconde forse il loro spirito che ancora non finisce di incantare.

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