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Il Rinascimento in Toscana

Un viaggio per conoscere i geni di Brunelleschi, Donatello, Masaccio, Botticelli, Leonardo, Michelangelo

L'età rinascimentale in Toscana coincide con l'apogeo della potenza fiorentina e con l'affermarsi del casato dei Medici, il cui mecenatismo è tra i fattori fondamentali della straordinaria fioritura delle cultura e delle arti figurative. L'incedere dell'umanesimo, la rivalutazione della figura centrale dell'uomo, nel pensiero e nella prassi, determineranno una rivoluzione sul piano creativo, architettonico, scultoreo e pittorico.
 
La ricerca delle giuste proporzioni ed armonie, la sintesi geometrica rivolta verso canoni estetici più tradizionalmente classici, in risposta al goticismo fin qui imperante, sfociano in una nuova dimensione che pone l'individuo al centro di una progettazione delle arti articolata e globale, prefigurando una rivoluzione sull'intero scenario italiano ed europeo.
Firenze e il Duomo
Firenze e il Duomo

Tra i maggiori artisti dell'epoca, in una Firenze divenuta laboratorio di esperienze multidisciplinari, emergono i nomi di Brunelleschi per l'architettura (è sua la mirabile progettazione del "cupolone" di Santa Maria del Fiore), di Donatello per la scultura (di cui si ricorda il David bronzeo del Bargello) e di Masaccio per la pittura (autore, tra l'altro, degli affreschi della Cappella Brancacci al Carmine). Se questi furono i personaggi "guida", non si possono disconoscere i meriti di Leon Battista Alberti, teorico della prospettiva e maestro insuperato anche fuori dei confini di Firenze (Rimini, Roma, Mantova), del Ghiberti, di Jacopo della Quercia, del Botticelli. Di quest'ultimo possiamo ammirare la Primavera e la Nascita di Venere agli Uffizi.

Ma è nelle "botteghe" fiorentine che matura il rinnovamento rinascimentale: a quella del Beato Angelico attingeranno capacità e vigore interpretativo Benozzo Gozzoli e Filippo Lippi; in quella del Verrocchio maturerà il genio universale di Leonardo da Vinci; in quella del Ghirlandaio farà le sue prime esperienze il grande Michelangelo Buonarroti.

David di Donatello al Museo del Bargello
David di Donatello al Museo del Bargello - Credit: Patrick A. Rodgers

Se da un lato, nel XVI sec., si raggiunge l'apice delle arti plastiche e figurative, i mutati rapporti economici e politici, uniti all'attrazione esercitata dal mecenatismo dei papi, sposteranno su Roma l'interesse e la produzione dei maggiori artisti. Tuttavia a Firenze sono attivi il Vasari, lo stesso Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci e Benvenuto Cellini, tanto per citare i maggiori.

Tra i tanti progetti, che nel Rinascimento furono compiuti, è da ricordare la progettazione di Pienza, l'antica Corsignano, secondo il modello umanistico di Pio II Piccolomini, magistralmente interpretata da Bernardo Rossellino, uno dei tantissimi "minori" che contribuirono a diffondere la supremazia delle arti toscane nell'intera Europa.

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