
Itinerario in bikepacking sulle strade bianche delle colline senesi
48 ore in bici nelle Terre di Siena
Le Terre di Siena sono impresse nell’immaginario collettivo mondiale. Grandi cineasti le hanno scelte per i propri film, il Rinascimento è nato fra queste colline ed essendo un territorio protetto è ancora in gran parte incontaminato. Con un gruppo di ottimi amici ciclisti abbiamo deciso di fare questo percorso intersecando molte fra le più famose strade bianche, ma cercando di percorrere un itinerario per la maggior parte inedito.





Da Siena a Radi: la strada dei campioni e dei pellegrini
Data la lunghezza della tratta del primo giorno abbiamo deciso di partire molto presto, e personalmente consiglio la primavera o l’autunno per pedalare su queste strade mozzafiato. Da Firenze c’è un treno diretto con il trasporto bici che arriva a Siena proprio sotto al centro storico, è presto, l’aria è fresca e limpida, non ci resta che partire verso dove ci dirige il gps.
Le Terre di Siena sono costellate di colline e dopo pochi chilometri per uscire dal centro la strada diventa man mano più piccola, si aprono le colline puntellate di vigneti secolari e di case coloniche costruite con i particolari mattoni chiari della zona. Appena superato il paese di Quercegrossa inizia il vero motivo della nostra levataccia, la strada bianca. Quest’ultima è diversa dalle strade sterrate in generale, la terra è compatta, spesso di un colore molto chiaro, quasi bianca per l'appunto. Totale assenza di sassi, molto polverosa nelle giornate di afa, ma con una incredibile tenuta alla guida, soprattutto nelle prime ore del giorno.
Questo non toglie la difficoltà di tale tipologia di strada, che può e anzi si inerpica su per colline che anche se basse presentano un grosso dislivello. Ma essendo la salita la nostra personale meditazione siam felici di vedere le vigne salire per le pendici delle colline, le case padronali sovrastare le curve e il sentire ogni spiraglio di vento, sentirsi finalmente liberi. Da questo punto in avanti ci scordiamo la civiltà, incrociamo pochissime macchine e qualche paese e per chilometri tocchiamo raramente l’asfalto. Leggo felicità sulle facce dei miei amici mentre sfrecciano fra le vigne e le cascine abbandonate. Il percorso si snoda fra un paesaggio di olivi e boschi verdeggianti, le ruote su questo tipo di strade fanno un rumore inconfondibile.
Lungo questo tratto si snoda anche una parte del percorso dell’Eroica e ogni anno vi passano anche i campioni delle Strade Bianche, la gara dei professionisti. Non abbiamo le bici molto cariche, ci siamo portati il pranzo e, superata Arbia, entrando nel pieno delle Crete Senesi, una sosta per il pranzo è quasi un obbligo. Un panorama da grande schermo, possiamo finalmente riposarci e goderci il film che ci offre la natura.
Continuando ricordo al ciclista che in caso di pioggia, nei chilometri che seguono Arbia, il terreno argilloso non aiuta, consiglio quindi vivamente le ruote tassellate e un rapporto agile. Da Arbia fino a Vescona l’itinerario prosegue lungo un tratto della Via Lauretana, l’antico cammino di pellegrinaggio che collega Siena a Cortona attraversando campi di grano e i paesaggi lunari che solo le crete per loro conformazione riescono a creare.
La strada continua e parla da sola, ormai invece il gruppo non parla più tanto, sono tutti ad ammirare il paesaggio e a risparmiare il fiato per le salite che seguiranno. È pomeriggio e non vediamo l’ora di arrivare a Radi, storica tappa dell’Eroica e nostro rifugio per la notte.



Da Radi a Siena: foreste di querce e campi
L’aria della mattina del secondo giorno è sempre molto fresca, qualcuno compra un pezzo di schiacciata per il viaggio al bar della tappa, altri riempiono le borracce e ripartiamo. Il panorama dalle Crete cambia ancora, ma non la strada sterrata, quella resta. Tranne la salita di Grotti questo tratto è leggermente più pianeggiante della parte del primo giorno. Foreste di querce, distese di ulivi e soprattutto campi coltivati. Le macchine sono pochissime anche qui, ed è davvero bello poter pedalare senza traffico.
Gli odori si alternano e si nota dalle case padronali la potenza che doveva essere Siena e le sue campagne nei secoli andati. Ogni borgo è una storia, e il secondo giorno essendo più corto in chilometri ci da la possibilità di fermarci e scoprirli. Il bello di pedalare in Toscana è anche poi di potersi fermare e quasi in ogni paese trovare un negozio di alimentari o un bar dove trovare i migliori prodotti locali. Per non farsi mancare niente, ciascuno con un panino, ci prendiamo un’altra meritata pausa.
Da qui in avanti troviamo meno sterro, ma dopo ore passate sulla terra battuta non è male riscoprire l’asfalto e la sua scorrevolezza. Passano anche due nuvole cariche di pioggia, ma durano poco, il vento le porta via velocemente e continuiamo verso la città del Palio. Lungo la statale si godono ancora nuovi paesaggi e punti di vista, cominciamo ad essere stanchi ma la fatica è compensata dalla bellezza del luogo.
Gli ultimi tratti prima di arrivare a Siena sono un divertente saliscendi, come mi dice quello di noi che qui c’è nato: “Siena non arriva mai.” Per farci capire di come le colline che la circondano ti diano l’impressione di essere vicino, mentre ancora mancano tante piccole salite all’arrivo.
Entrare a Siena è tuttavia spettacolare, passare sotto San Prospero, arrampicarsi per le strade e finalmente essere arrivati, stanchi e contenti. Visto che c’è rimasto ancora del tempo prima del treno, ci prendiamo un’oretta per fare un giro nelle strade di Siena. Con la bici a mano, perché nel pieno centro non è permesso pedalare, ma fa davvero piacere ogni volta riscoprire questa città dal passato splendente e dalle chiese marmoree.
Anche questa volta siamo arrivati alla fine delle nostre 48 ore, mettiamo nella sacca tantissima polvere e vigneti a perdita d’occhio. Sul treno che ci riporta a casa guardo le colline sapendo che è senz’altro un arrivederci.

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