
Un percorso nella natura in quattro tappe alla scoperta degli antichi mulini ad acqua nella terra natale di Leonardo
La Via dei Mulini: da Vinci al Barco Reale
C'è un sentiero, nel cuore della Toscana, che attraversa gli splendidi boschi del Montalbano e permette di fare un tuffo indietro nel tempo all'epoca in cui l'ingegno umano aveva imparato a sfruttare l'acqua per produrre energia: è la Via dei Mulini, a Vinci.
Il nome del sentiero deriva proprio dalla presenza lungo il cammino di ben 5 mulini ad acqua, databili tra XVI e XVIII secolo. Nonostante delle antiche strutture rimangano spesso solo rovine, è possibile comunque capire come l'acqua dei ruscelli veniva convogliata all'interno del mulino per produrre l'energia che azionava le pesanti macine.
Il sentiero fa parte della rete escursionistica che circonda il borgo natale di Leonardo da Vinci e può essere percorso a piedi o in mountain bike. È un itinerario di circa 3,4 km di facile accesso per grandi e piccini. A piedi si impiega circa 1 h e 15' all'andata e 1 h per il ritorno.
La casa natale di Leonardo da Vinci

Si parte dalla casa natale di Leonardo da Vinci, ad Anchiano. La visita dell'antica dimora del grande genio, scienziato e studioso della natura, è perfetta per iniziare un'escursione che permette di apprezzare bellezze naturalistiche e ingegno umano.
Ai tempi di Leonardo, infatti, intorno a Vinci c'erano oltre 30 mulini ad acqua utilizzati per macinare i cereali. Questi furono di sicuro di ispirazione anche al grande scienziato per i suoi studi sull'acqua.
Mulino Baldassini, il più antico

Salendo lungo via Sant'Amato si arriva all'inizio della Via dei Mulini vera e propria. Il sentiero si addentra nei boschi del Montalbano, seguendo il corso del fiume Vincio. Poco distante si trovano i resti del Mulino Baldassini, il più antico di tutti e tra i meglio conservati.
Sulla superficie di uno dei conci d’angolo del corpo di fabbrica si legge la data di costruzione, il 1581, e il nome del proprietario, “Baldassini”. Nel seminterrato si trovava il meccanismo che permetteva di trasformare l'acqua in energia per far muovere la grande macina in pietra, posta al piano superiore, dove avveniva la produzione di farine. L'acqua usciva dal mulino attraverso le aperture ad arco, visibili sulla facciata.
Mulino del Bongi e mulino Camillino

Proseguendo nel cammino incontriamo il Mulino del Bongi e il Mulino Camillino, entrambi risalenti al XVII sec. Quest'ultimo, in particolare, è stato oggetto di un recente restauro e conserva ben evidente il corpo centrale dell'edificio, con il seminterrato dove arrivava l'acqua e la stanza delle macine, al piano superiore.
Mulino Nannini e Mulino dei Poveri

Gli ultimi due mulini del percorso si trovano al termine della Via dei Mulini, nel Barco Reale, l'antica area di caccia usata dalla famiglia Medici nel Seicento. Un passaggio attraverso il muro che delimitava la vasta tenuta consente l’accesso ai due mulini del XVII secolo: il Mulino Nannini, detto anche “Mulino del Barco”, e il Mulino dei Poveri.
Arrivati a questo punto è possibile tornare indietro ripercorrendo la Via dei Mulini. In alternativa è possibile allungare la camminata sul percorso trekking n.14, che torna ad Anchiano passando per Santa Lucia: si tratta di un percorso mediamente impegnativo che richiede un'altra ora di cammino.

