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Abbazia di Sant'Antimo
Photo © Anelise Sanchez
Photo © Anelise Sanchez

4 abbazie da visitare in Toscana

Viaggio mistico dalle Terre di Siena al Monte Amiata

Come terra generosa e accogliente, la Toscana è capace di abbracciare idealmente ogni tipo di viaggiatore. Anche quello alla ricerca dell’essenzialità e del silenzio che abbiamo imparato a percepire dopo mesi di confinamento.
In Toscana si concentrano diverse abbazie che, con la loro atmosfera mistica, sono capaci di regalarci momenti di pace e di riflessione.

Indice
  • 1.
    Abbazia di San Galgano
  • 2.
    Abbazia Benedettina di Monte Oliveto Maggiore
  • 3.
    Abbazia di Sant'Antimo
  • 4.
    Abbazia di San Salvatore
1.

Abbazia di San Galgano

San Galgano
San Galgano
San Galgano
San Galgano - Credit: Mia Battaglia

Ci sono luoghi che ci toccano non tanto per quello che hanno, ma per quello che non hanno. La bellezza non è sempre nell'opulenza, nelle pareti ricoperte di affreschi, ma si trova anche nel grezzo, nella roccia, in un'abbazia senza tetto dove l'immaginazione sembra poter toccare il cielo. Come quella di San Galgano, che si trova a Chiusdino.

Si tratta di uno dei luoghi più scenografici della Toscana. È stata la prima chiesa di architettura gotica costruita nella regione, eretta tra il 1218 e il 1288 per ordine dei monaci cistercensi di Casamari (a Frosinone, nel Lazio). La scelta del luogo per la sua costruzione non è stata casuale. La sua posizione era strategica grazie alla sua vicinanza al fiume Merse e alla terra ideale per l'agricoltura.

Nel periodo medievale, i monaci di questo ordine hanno rivoluzionato la spiritualità perché hanno sostituito la vita contemplativa e isolata degli eremiti con una religiosità più vicina alle esigenze della comunità locale, comprese quelle economiche. I monaci cistercensi erano giudici, notai, medici, architetti e persino operai al Duomo di Siena. Il suo esponente più famoso, San Galgano (Galgano Guidotti), era un commerciante di nobile lignaggio.

Dopo una visione dell'arcangelo Gabriele, rinunciò alla sua ricchezza per diventare un eremita, rifugiandosi in una capanna su una collina sopra l'abbazia, che ora ospita una cappella circolare chiamata Eremo di Montesiepi. Lì, Galgano affondò la spada nella pietra, formando una croce. Galgano fu dichiarato santo e esempio per i cavalieri cristiani e, secondo fonti storiche, dopo la sua morte diverse persone tentarono invano di rubare la spada.

Oggi la spada è protetta da vetro e analisi chimiche condotte dagli italiani Luigi Garlaschelli e Maurizio Calì hanno dimostrato che il metallo della spada risale al XII secolo, cioè sono compatibili con la durata della vita di Galgano Guidotti.
I monaci cistercensi costruirono l'abbazia in onore di San Galgano e il luogo prosperò grazie alle sue diverse attività economiche, fino a quando la carestia del 1329 e la pestilenza del 1348 causarono il suo declino.

Alla fine del XIV secolo l'Abbazia di San Galgano venne saccheggiata. Il luogo di culto fu distrutto dai mercenari e i monaci che vivevano lì furono trasferiti a Siena. Nel 1786 un tuono colpì il suo campanile, che cadde sul soffitto. La chiesa venne sconsacrata nel 1789, ma ancora oggi riceve centinaia di turisti incantati ogni giorno dal suo mistero e dalla bellezza delle sue rovine.

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Abbazia Benedettina di Monte Oliveto Maggiore

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, monastero benedettino, vista dall’alto
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, monastero benedettino, vista dall’alto - Credit: Shutterstock / Shchipkova Elena

Un’ altra abbazia molto suggestiva delle Terre di Siena è quella benedettina di Monte Oliveto Maggiore, fondata da Bernardo Tolomei, nel 1313, nel comune di Asciano. Arrivare lì è già un'esperienza quasi mistica. Il silenzio, il paesaggio decorato da cipressi, l'imponente complesso religioso che domina l'orizzonte e le note dei canti gregoriani da uno dei suoi chiostri invitano i visitatori a vivere una dimensione molto lontana da quella delle grandi metropoli.

La prima cosa che noti è la grandezza della costruzione e dell'organizzazione dei monaci dell'abbazia. Tutto è stato pensato per renderla una struttura autonoma. Nel suo ambiente esterno è presente un giardino con piante medicinali e un laghetto. Fino alla fine del XIX secolo il luogo ospitava una farmacia ed il pesce era un alimento consumato spesso quando, nel 534, venne dichiarata la Regola Benedettina, che, tra le altre indicazioni, proibiva il consumo di carne dei quadrupedi, tranne che per i malati o persone debilitate.

All'interno dell'Abbazia è impossibile non essere sorpresi dalla bellezza del suo chiostro decorato da affreschi di Luca Signorelli che raffigurano la vita di San Benedetto. Furono completati nel 1508 da Giovanni Antonio Bazzi, noto come "Il Sodoma". Altri magnifici ambienti sono l'enorme refettorio dell'abbazia - anch'esso decorato da un ciclo di affreschi di Fra Paolo Novelli - e la biblioteca con circa 40 mila volumi e pergamene restaurate dai monaci.

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Abbazia di Sant'Antimo

Sant'Antimo
Sant'Antimo - Credit: Jean François Bonachera

Spostandoci verso la Val d'Orcia, a Montalcino troviamo l’Abbazia di Sant’Antimo. All'esterno, l’edificio ha una bellezza essenziale e la sua imponenza è esaltata dal paesaggio rudimentale. Il luogo di culto è stato fondato nel 781 d.C. dall'imperatore Carlo Magno e da allora è abitato dai monaci benedettini.

All'interno dell'abbazia, ciò che attira la nostra attenzione è la luce naturale che riempie l'edificio, illuminando principalmente il suo altare e le sue imponenti colonne. L'ingresso alla chiesa è ovviamente gratuito, ma per conoscere altri ambienti oltre a quelli riservati alla messa - come la cappella carolingia, la cripta e la loggia superiore dell'abbazia - è previsto un biglietto di sei euro a persona.

Fuori dall'abbazia c'è un bellissimo campo di lavanda e un negozio con prodotti realizzati dai monaci, come tè, miele e olio d'oliva. In loco sono organizzati anche corsi di canto gregoriano. 

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Abbazia di San Salvatore

Abbazia di San Salvatore ad Abbadia San Salvatore
Abbazia di San Salvatore ad Abbadia San Salvatore

L’ ultima tappa è nell'Amiata, ad Abbadia San Salvatore, che unisce un lato spirituale e un altro terreno, attraverso la possibilità di esplorare le viscere della terra nelle sue antiche miniere. Il paese è famoso per la sua abbazia, una comunità monastica cristiana costruita nell'VIII secolo. Molti credono che sia stata costruita per ordine del re longobardo Rachis nel luogo in cui il sovrano aveva la visione della trinità su un albero. Questa leggenda è ancora oggi rappresentata sullo stemma di Abbadia San Salvatore.

Intorno all'edificio nacque una città protetta da mura la cui supremazia durò fino al 1265, anno in cui fu occupata dalla Repubblica di Siena e costretta a firmare un accordo di sottomissione. La sua economia acquistò importanza solo nel ventesimo secolo, con l'esplorazione delle miniere di cinabro, la principale fonte di mercurio.

In breve tempo, Abbadia San Salvatore divenne uno dei principali produttori mondiali di mercurio e le attività della miniera vennero interrotte solo nel 1972, con il calo della richiesta di minerali. La miniera è stata trasformata in un museo minerario dove i visitatori possono attraversare, in totale sicurezza, un percorso sotterraneo sullo stesso treno usato dai minatori.

Sicuramente, dopo questa immersione nelle abbazie della Toscana, ci porteremo dentro dei ricordi che ci accompagneranno tutto l’anno, vigili e silenziosi come i cipressi toscani.

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