
Firenze è stata per secoli una città fortificata: mura imponenti la proteggevano e ne disegnavano i confini, adattandosi alle sue continue trasformazioni. Dal periodo romano al Cinquecento si sono succedute almeno cinque diverse cerchie, testimonianza viva della storia della città.
Oggi dell’ultima cinta muraria resta soltanto un tratto, nella parte meridionale dell’Oltrarno. Sul lato nord dell’Arno, invece, le mura furono abbattute nell’Ottocento per far posto ai viali di circonvallazione, nel periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia.
Alcuni elementi però sono sopravvissuti al tempo: porte monumentali e torri che ancora raccontano la storia di Firenze.
Ecco un itinerario alla scoperta delle porte ancora visibili, arricchito da curiosità e indizi per riconoscere anche quelle che il tempo ha fatto scomparire.
Si affaccia sul lato sud di Piazza della Libertà, proprio di fronte al grande Arco di Trionfo. La sua costruzione risale al 1285, come ricorda un’iscrizione.
Le chiavi originali sono oggi custodite al Museo Storico Topografico Fiorentino (attualmente chiuso).
Costruita nel 1284, forse su progetto di Arnolfo di Cambio, oggi si erge al centro di Piazza Beccaria.
Il suo nome deriva da una croce che un tempo segnava questo luogo, tradizionalmente indicato come sito del martirio di San Miniato.
In origine era più alta, ma come molte altre porte e torri fu abbassata nel Cinquecento, durante l’assedio del 1529-1530, per ridurne la vulnerabilità al fuoco nemico.
Un tempo segnava il limite orientale delle mura, oggi la torre appare isolata all’incrocio tra viale e Lungarno.
Nel Cinquecento fu abbassata e collegata a edifici che ospitavano macchinari idraulici - tra cui la Zecca fiorentina - dove venivano coniati i celebri fiorini d’oro.
Edificata nel 1324 come porta d’accesso al lato sud delle mura, è una delle più belle e meglio conservate di Firenze. A differenza delle altre non fu abbassata nel Cinquecento e mantiene ancora oggi l’altezza originaria, mentre i merli furono aggiunti nell’Ottocento.
Durante i mesi estivi - fino al 30 settembre - è possibile salire fino alla sua sommità e lasciarsi incantare da uno dei panorami più suggestivi della città.
Risalente al 1320, si apre in uno dei pochi tratti di mura ancora ben conservati. La sua architettura, priva di torre, la distingue dalle altre porte della città. L’attuale portone in legno è una copia recente dell’originale.
Situata nella zona di San Niccolò, il suo nome deriva dal fatto che da qui parte la strada per arrivare alla chiesa di San Miniato al Monte.
Piccola porta del 1324, fu abbassata nel Cinquecento su consiglio di Michelangelo, allora responsabile delle fortificazioni.
Si trova in una delle aree più verdi e meno conosciute della città.
Nella lunetta campeggia il bassorilievo con San Giorgio che uccide il drago, attribuito ad Andrea da Pontedera (oggi sostituito da una copia, mentre l’originale si trova a Palazzo Vecchio). All’interno si conserva invece una Madonna col Bambino con i Santi Leonardo e Giorgio di Bicci di Lorenzo.
Costruita nel 1328 come punto d’uscita verso Siena e Roma, Porta Romana è tra gli accessi più imponenti delle mura fiorentine, seconda per grandezza solo a Porta San Frediano.
Il giglio scolpito al centro da Giovanni Pisano - 1331 - e le lapidi che ricordano l’ingresso in città di Leone X e Carlo V ne raccontano la storia.
Oggi la porta presenta cinque varchi, di cui quattro aperti nel 1930 per agevolare il traffico e per accedere al Giardino di Boboli.
Un tempo era ornata da statue, tra cui la Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo, oggi custodite al Museo del Bargello.
Edificata tra il 1332 e il 1334 su disegno attribuito ad Andrea Pisano, faceva parte della sesta cerchia muraria ed era considerata la più imponente. Anche questa fu abbassata nel Cinquecento, ma conserva ancora oggi gran parte del suo fascino originario.
È infatti la porta che meglio ha mantenuto l’originale portone ligneo, completo di chiavistelli. All’esterno si notano ancora gli anelli in ferro a cui venivano legati i cavalli, mentre sul lato interno campeggia lo stemma di Firenze.
Oggi appare quasi come uno spartitraffico, ma è in realtà una delle porte più antiche ancora esistenti, costruita nel 1285 e successivamente abbassata.
Il suo nome deriva dal Prato, l’ampio piazzale antistante che in origine non era pavimentato e veniva utilizzato come mercato del bestiame.
Torre della Serpe
A pochi metri da Porta al Prato si trova una torre quasi nascosta, costruita nell’angolo delle mura a protezione di una piccola porta militare che consentiva l’accesso al camminamento. Il suo nome richiama il “Serpe”, leggendario capo-guardia.
Porta a Faenza
Porta trecentesca visibile ancora oggi guardando dall’esterno la Fortezza da Basso, da cui venne inglobata nel Cinquecento.
Torrino di Santa Rosa
Segna il punto in cui le mura trecentesche si interrompevano, proseguendo idealmente nel corso dell’Arno. È conosciuta anche come Torre della Saggina, poiché in quest’area, al di fuori della città, venivano un tempo abbandonati rifiuti e carcasse di animali.
Passeggiare tra le porte di Firenze significa compiere un viaggio nel tempo, inseguendo le tracce delle antiche mura che per secoli hanno protetto la città.
Ogni varco custodisce storie di difesa, arte e quotidianità: dal fragore dei mercati ai sogni di chi immaginava passaggi segreti sotto l’Arno.
Scoprirle a piedi o in bicicletta è un modo autentico per guardare Firenze da un’altra prospettiva, lasciandosi sorprendere da dettagli che spesso sfuggono al primo sguardo.