
La Lunigiana, terra di confine e di passaggi, è attraversata da secoli dalla Via Francigena, che qui conserva tracce profonde della sua spiritualità. Le chiese disseminate lungo il cammino non sono solo luoghi di culto, ma autentiche pagine di storia in cui leggere la fede, l’arte e le vicende dei pellegrini che percorrevano la strada verso Roma. Dal romanico severo delle pievi ai santuari nati da leggende e apparizioni, ogni edificio custodisce i segni di un intreccio di sacro e popolare, tradizione e memoria.
Iniziamo un viaggio tra sette tappe significative, per scoprire il cuore spirituale della Lunigiana.
Edificato tra il 1919 e il 1922 per volontà dei coniugi genovesi Eugenia e Flavio Fasce, il Santuario della Madonna della Guardia domina il Passo della Cisa con le sue forme neoromaniche e neogotiche. La chiesa fu benedetta il 16 luglio 1922 e divenne santuario minore nel 1930, quando la statua della Madonna venne solennemente incoronata. Nel 1965 la Vergine della Cisa è stata proclamata patrona mondiale degli sportivi.
Gioiello dell'arte romanica della Lunigiana, la Pieve di Santo Stefano a Sorano risale all'XI secolo. La massiccia facciata in pietra la rende inconfondibile. Prima dell'attuale pieve è probabile che in questo sito si trovasse un'altra chiesa altomedievale (VIII-IX secolo) dalla quale potrebbe derivare l'epigrafe nota come quella di Leodegar (752 d.C.), attualmente conservata nella Chiesa di San Giorgio a Filattiera. Inoltre è menzionata alla fine del X secolo da Sigerico, l'arcivescovo di Canterbury, che passò da questa località durante il suo viaggio di ritorno da Roma.
Fondata nell’884 dal marchese Adalberto I di Toscana, l’Abbazia di San Caprasio è un raro esempio di chiesa toscana dedicata al santo eremita delle isole di Lerino. Nonostante i numerosi rimaneggiamenti, conserva l’abside originale del X secolo e preziosi capitelli medievali. Gli scavi hanno riportato alla luce le tracce di edifici precedenti e la monumentale tomba del santo, con reliquiario, oggi parte di un percorso museale che illustra la storia del monastero e dei pellegrini medievali.
Sorto a fine Seicento nel luogo detto Il Gaggio, il Santuario della Madonna della Neve custodisce la memoria di un’apparizione legata a un antico castagno, considerato miracoloso dai fedeli. La devozione popolare portò presto alla rinascita dell’edificio, che ancora oggi conserva un frammento del sacro albero dietro l’altare. Ogni 5 agosto il santuario richiama pellegrini da tutta la Lunigiana per venerare l’immagine della Vergine col Bambino.
Situata presso l’antica Porta del Monasterio, la chiesa di San Pietro fu in origine legata all’abbazia benedettina di Brugnato. Distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita nello stesso luogo, conserva una preziosa lastra in arenaria del XII secolo con il Labirinto, simbolo del cammino dei pellegrini, e un architrave scolpito, raffigurante l’apostolo, oggi custodito al Castello del Piagnaro.
La chiesa di San Giorgio, risalente al XII secolo, custodisce la celebre Lapide di Leodegar (752 d.C.), una delle più antiche testimonianze cristiane della Lunigiana. L’iscrizione ricorda l’opera di evangelizzazione del vescovo, che “ruppe gli idoli” pagani, probabilmente le statue stele della zona. L’edificio, a navata unica absidata, è affiancato da una torre campanaria di origine difensiva, mentre una seconda navata, aggiunta nel Trecento, è stata demolita nel Novecento.
Edificata a metà Seicento riutilizzando parti della precedente chiesa e una torre cilindrica trasformata in campanile, la chiesa di San Niccolò è il cuore religioso di Caprigliola. All’interno si conserva un dipinto del 1740 raffigurante il santo vescovo, con la scena dei fanciulli nel barile, legata alla tradizione agiografica. La chiesa custodisce inoltre un ricco patrimonio di arredi e paramenti sacri.