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In cammino tra la storia, l’architettura e le leggende legate alla famiglia più potente di tutti i tempi: i Medici

Quattro tappe di media difficoltà ci conducono attraverso 78 chilometri di panorami sublimi, tra le dolci colline carmignanesi, i rilievi del Montalbano e le placide pianure del Valdarno Inferiore. Un cammino per scoprire la straordinaria eredità rinascimentale lasciata dall’influente famiglia dei Medici ed esplorare gli splendidi territori di Poggio a Caiano, Carmignano, Artimino, Bacchereto, Vinci e Cerreto Guidi, sintesi di bellezza e autenticità della campagna toscana.

Non solo rinascimento, l'itinerario coinvolge anche numerose testimonianze di origine etrusca e medievale oltre a borghi pittoreschi, luoghi di nascita di grandi geni, come Leonardo da Vinci, e sedi di interessanti musei tra arte, storia e scienza. È inoltre un tracciato di collegamento tra la Via della Lana e della Seta e la più nota Via Francigena, rendendo così un percorso unico i fasci di sentieri che conducono a Roma per i viandanti che arrivavano da nord est.

La Via Medicea offre l'opportunità di immergersi nella natura toscana più suggestiva e scoprire tesori inaspettati lungo strade sconosciute ai più. Ecco una rassegna più dettagliata delle tappe che la compongono.

1.
Tappa 1
Da Prato ad Artimino

Un tripudio di meraviglie storiche e paesaggistiche inaugurano il cammino. L'itinerario segna il suo inizio nel Parco delle Cascine di Tavola, area verde urbana di circa 300 ettari appena fuori la città di Prato, realizzata nel '400 per volere di Lorenzo Il Magnifico. 

Uscendo sempre di più dal contesto pratese, ci si avvicina a Poggio a Caiano e alla sua splendida Villa Medicea edificata sempre per volontà di Lorenzo Il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo che mescola magistralmente l'architettura rinascimentale con elementi tipici dell’architettura rurale toscana. 

Ma è immergendosi nelle splendide colline carmignanesi, preludio naturale del borgo di Artimino e terra dell'ottimo vino Carmignano DOCG, che ci si appresta a conoscere tutta la magnificenza medicea. La Villa "La Ferdinanda" si svela in tutta la sua bellezza alle porte di Artimino, a fine tappa. Altrimenti conosciuta come la “Villa dei Cento Camini”, fu progettata dal Buontalenti su commissione del Granduca Ferdinando I de ‘Medici. Realizzata come residenza di caccia divenne poi dimora dedicata all'ozio e al fermento artistico.

19,2 km
Difficoltà: 
Media
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Un tripudio di meraviglie storiche e paesaggistiche inaugurano il cammino. L'itinerario segna il suo inizio nel Parco delle Cascine di Tavola, area verde urbana di circa 300 ettari appena fuori la città di Prato, realizzata nel '400 per volere di Lorenzo Il Magnifico. 

Uscendo sempre di più dal contesto pratese, ci si avvicina a Poggio a Caiano e alla sua splendida Villa Medicea edificata sempre per volontà di Lorenzo Il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo che mescola magistralmente l'architettura rinascimentale con elementi tipici dell’architettura rurale toscana. 

Ma è immergendosi nelle splendide colline carmignanesi, preludio naturale del borgo di Artimino e terra dell'ottimo vino Carmignano DOCG, che ci si appresta a conoscere tutta la magnificenza medicea. La Villa "La Ferdinanda" si svela in tutta la sua bellezza alle porte di Artimino, a fine tappa. Altrimenti conosciuta come la “Villa dei Cento Camini”, fu progettata dal Buontalenti su commissione del Granduca Ferdinando I de ‘Medici. Realizzata come residenza di caccia divenne poi dimora dedicata all'ozio e al fermento artistico.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    19,2 km
  • Difficoltà
    Media
  • height
    Dislivello complessivo
    675 m
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2.
Tappa 2
Da Artimino a Bacchereto

Si lascia Artimino, ma non prima di aver fatto un piccolo anello nelle vicinanze, per scoprire l'affascinante Necropoli Etrusca di Prato Rosello. L'area è interessata da numerose testimonianze archeologiche raccolte anche dal Museo Etrusco di Artimino.

Dirigendosi verso Bacchereto, ci si immerge nella natura del Montalbano, segnata armonicamente dalla mano dell'uomo. Varie sono le graziose chiesette rurali che si possono scoprire sul tracciato come la Pieve di San Martino in Campo e l'Abbazia di San Giusto, intrisi di storia e leggenda. Il Masso del Diavolo, nell'Area archeologica e naturalistica di Pietramarina, è un enorme monolite di arenaria probabilmente utilizzato come altare in epoca etrusca, il cui nome ha origini legate a un’impronta sulla roccia che ricorda una zampa caprina del demonio. Si tratta di un luogo ammaliante immerso nella vegetazione a poca distanza dalla fine di questa seconda tappa, che è la più impegnativa di tutto l'itinerario in termini di lunghezza e dislivello.

22,1 km
Difficoltà: 
Media
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Si lascia Artimino, ma non prima di aver fatto un piccolo anello nelle vicinanze, per scoprire l'affascinante Necropoli Etrusca di Prato Rosello. L'area è interessata da numerose testimonianze archeologiche raccolte anche dal Museo Etrusco di Artimino.

Dirigendosi verso Bacchereto, ci si immerge nella natura del Montalbano, segnata armonicamente dalla mano dell'uomo. Varie sono le graziose chiesette rurali che si possono scoprire sul tracciato come la Pieve di San Martino in Campo e l'Abbazia di San Giusto, intrisi di storia e leggenda. Il Masso del Diavolo, nell'Area archeologica e naturalistica di Pietramarina, è un enorme monolite di arenaria probabilmente utilizzato come altare in epoca etrusca, il cui nome ha origini legate a un’impronta sulla roccia che ricorda una zampa caprina del demonio. Si tratta di un luogo ammaliante immerso nella vegetazione a poca distanza dalla fine di questa seconda tappa, che è la più impegnativa di tutto l'itinerario in termini di lunghezza e dislivello.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    22,1 km
  • Difficoltà
    Media
  • height
    Dislivello complessivo
    847 m
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3.
Tappa 3
Da Bacchereto a Vinci

Si percorre il crinale del Montalbano caratterizzato da una vegetazione prospera che comunque cela testimonianze della presenza umana, soprattutto di origine medievale. Esempio ne sono i ruderi della Torre di Sant'Alluccio, complesso rurale che faceva parte della tenuta del Conte Spalletti, situato all’interno del Barco reale mediceo. Riserva di caccia istituita a inizio del 1600 dal granduca Ferdinando II de' Medici, è una bandita racchiusa da una circonferenza di circa 52 chilometri di mura, di cui oggi si possono vedere affiorare alcuni resti; estendendosi tra Poggio a Caiano, Carmignano, Artimino, Poggio alla Malva, Bacchereto, Porciano, il percorso ne attraversa gran parte.

Scendendo dal versante meridionale del Montalbano, si abbandonano le zone boschive per immergersi nelle colline care a Leonardo da Vinci e per raggiungere il luogo che gli ha dato i natali. Con un focus sul genio indiscusso del rinascimento, è possibile visitare il Museo Leonardiano nel cuore storico di Vinci e la Casa Natale nella campagna appena fuori il borgo. Qui si conclude la penultima tappa.

22,1 km
Difficoltà: 
Media
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Si percorre il crinale del Montalbano caratterizzato da una vegetazione prospera che comunque cela testimonianze della presenza umana, soprattutto di origine medievale. Esempio ne sono i ruderi della Torre di Sant'Alluccio, complesso rurale che faceva parte della tenuta del Conte Spalletti, situato all’interno del Barco reale mediceo. Riserva di caccia istituita a inizio del 1600 dal granduca Ferdinando II de' Medici, è una bandita racchiusa da una circonferenza di circa 52 chilometri di mura, di cui oggi si possono vedere affiorare alcuni resti; estendendosi tra Poggio a Caiano, Carmignano, Artimino, Poggio alla Malva, Bacchereto, Porciano, il percorso ne attraversa gran parte.

Scendendo dal versante meridionale del Montalbano, si abbandonano le zone boschive per immergersi nelle colline care a Leonardo da Vinci e per raggiungere il luogo che gli ha dato i natali. Con un focus sul genio indiscusso del rinascimento, è possibile visitare il Museo Leonardiano nel cuore storico di Vinci e la Casa Natale nella campagna appena fuori il borgo. Qui si conclude la penultima tappa.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    22,1 km
  • Difficoltà
    Media
  • height
    Dislivello complessivo
    847 m
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4.
Tappa 4
Da Vinci a Fucecchio

La quarta e ultima tappa riparte snodandosi tra sinuosi paesaggi ritmati dalle geometrie dei vigneti e degli oliveti, con un dislivello abbastanza dolce. 

Un po' di saliscendi e Cerreto Guidi spalanca le sue porte, mostrando il suo delizioso centro storico dove si erge imponente la Villa Medicea. Gioiello architettonico patrimonio UNESCO ed esempio straordinario del Rinascimento italiano, la villa fu voluta dal duca Cosimo I de’ Medici come residenza di caccia e deve parte della sua notorietà alla tragica sorte di Isabella de’ Medici, la cui morte avvenuta nella dimora pende tra storia e leggenda.

Proseguendo il cammino ci si dirige verso l'epilogo raggiungendo il suggestivo borgo di Fucecchio, lambito da uno degli ambienti più particolari e naturalisticamente preziosi della Toscana, il Padule di Fucecchio. Zona palustre interna più grande d'Italia, è tutelata dall'omonima riserva naturale che protegge habitat di grande importanza soprattutto per l'avifauna. Non solo, tutela anche testimonianze di valore storico come il Ponte mediceo di Cappiano che idealmente conclude questo splendido viaggio alla scoperta delle terre e della storia legate alla famiglia Medici.

La quarta e ultima tappa riparte snodandosi tra sinuosi paesaggi ritmati dalle geometrie dei vigneti e degli oliveti, con un dislivello abbastanza dolce. 

Un po' di saliscendi e Cerreto Guidi spalanca le sue porte, mostrando il suo delizioso centro storico dove si erge imponente la Villa Medicea. Gioiello architettonico patrimonio UNESCO ed esempio straordinario del Rinascimento italiano, la villa fu voluta dal duca Cosimo I de’ Medici come residenza di caccia e deve parte della sua notorietà alla tragica sorte di Isabella de’ Medici, la cui morte avvenuta nella dimora pende tra storia e leggenda.

Proseguendo il cammino ci si dirige verso l'epilogo raggiungendo il suggestivo borgo di Fucecchio, lambito da uno degli ambienti più particolari e naturalisticamente preziosi della Toscana, il Padule di Fucecchio. Zona palustre interna più grande d'Italia, è tutelata dall'omonima riserva naturale che protegge habitat di grande importanza soprattutto per l'avifauna. Non solo, tutela anche testimonianze di valore storico come il Ponte mediceo di Cappiano che idealmente conclude questo splendido viaggio alla scoperta delle terre e della storia legate alla famiglia Medici.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    19 km
  • Difficoltà
    Media
  • height
    Dislivello complessivo
    373 m
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5.
Anello 1
Anello della Magia - Quarrata

In prossimità della Torre di Sant'Alluccio, antico rudere medievale della terza tappa, si può intraprendere un bellissimo anello che coinvolge il territorio di Quarrata. Un'area che crebbe di valore a partire dall'acquisto da parte di Francesco I della Villa della Magia nel 1583, entrando a far parte dei possedimenti medicei. La vicinanza al Barco Reale confermava il prestigio della villa, dimostrato anche dal passaggio dell'Imperatore Carlo V nel 1536.

Villa la Magia, ristrutturata dal Buontalenti, è caratterizzata da un'elegante architettura rinascimentale con facciate decorate e interni sontuosi ed è circondata da un vasto parco con giardini all'italiana e paesaggi naturali. Ospita preziose opere d'arte e arredi d'epoca, che testimoniano il suo passato nobile e la sua importanza storica, oltre ad accogliere una collezione permanente di arte contemporanea organizzata nel Parco Museo de La Magia. Un gioiello che arricchisce il percorso ad anello di eleganza e fascino.

In prossimità della Torre di Sant'Alluccio, antico rudere medievale della terza tappa, si può intraprendere un bellissimo anello che coinvolge il territorio di Quarrata. Un'area che crebbe di valore a partire dall'acquisto da parte di Francesco I della Villa della Magia nel 1583, entrando a far parte dei possedimenti medicei. La vicinanza al Barco Reale confermava il prestigio della villa, dimostrato anche dal passaggio dell'Imperatore Carlo V nel 1536.

Villa la Magia, ristrutturata dal Buontalenti, è caratterizzata da un'elegante architettura rinascimentale con facciate decorate e interni sontuosi ed è circondata da un vasto parco con giardini all'italiana e paesaggi naturali. Ospita preziose opere d'arte e arredi d'epoca, che testimoniano il suo passato nobile e la sua importanza storica, oltre ad accogliere una collezione permanente di arte contemporanea organizzata nel Parco Museo de La Magia. Un gioiello che arricchisce il percorso ad anello di eleganza e fascino.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    15 km
  • Difficoltà
    Media
  • height
    Dislivello complessivo
    683 m
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6.
Anello 2
Anello di Montelupo e Capraia

L'anello coinvolge la parte sud-orientale del Montalbano e si affaccia per gran parte del percorso sull' Arno, spartiacque naturale che divide le alture del Montalbano da quelle della Roveta. Il fiume è costeggiato da una comoda pista ciclo-pedonale.

Questo territorio nei secoli ha assistito alla transumanza del bestiame che migrava dall'Appennino pistoiese alla Maremma, ed è costellato di borghi e perle storiche. Lungo il percorso si intercettano Nave di Camaioni, luogo strategico sulla sponda destra dell'Arno dal quale partivano traghetti per il passaggio merci e trasporto delle persone, il castello di Capraia e il borgo di Montelupo Fiorentino, dove si può ammirare la maestosa Villa medicea dell'Ambrogiana, dimora prediletta di Cosimo III. Nel borgo inoltre è presente un sistema museale che coinvolge l'archeologia, l'arte contemporanea e la ceramica. L'antica tradizione di artigianato artistico di Montelupo affonda le radici in epoca rinascimentale, e se ne incontrano testimonianze anche lungo il percorso, come la Fornace Pasquinucci.

L'anello coinvolge la parte sud-orientale del Montalbano e si affaccia per gran parte del percorso sull' Arno, spartiacque naturale che divide le alture del Montalbano da quelle della Roveta. Il fiume è costeggiato da una comoda pista ciclo-pedonale.

Questo territorio nei secoli ha assistito alla transumanza del bestiame che migrava dall'Appennino pistoiese alla Maremma, ed è costellato di borghi e perle storiche. Lungo il percorso si intercettano Nave di Camaioni, luogo strategico sulla sponda destra dell'Arno dal quale partivano traghetti per il passaggio merci e trasporto delle persone, il castello di Capraia e il borgo di Montelupo Fiorentino, dove si può ammirare la maestosa Villa medicea dell'Ambrogiana, dimora prediletta di Cosimo III. Nel borgo inoltre è presente un sistema museale che coinvolge l'archeologia, l'arte contemporanea e la ceramica. L'antica tradizione di artigianato artistico di Montelupo affonda le radici in epoca rinascimentale, e se ne incontrano testimonianze anche lungo il percorso, come la Fornace Pasquinucci.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    14 km
  • Difficoltà
    Facile
  • height
    Dislivello complessivo
    376 m
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Per ulteriori informazioni visita viamedicea.it

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