
In moto tra le Crete e la Val d’Orcia
On/off da Siena a San Casciano dei Bagni
Imposta il tuo gps: Siena, Radi, Murlo, Bibbiano, Castiglion diel Bosco, Montalcino, Torrenieri, Cosona, Pienza, Monticchiello, La Foce, Castiglioncello del Trinoro, Sarteano, Radicofani, Ponte del Rigo, Celle sul Rigo, San Cascano dei Bagni
A Montalcino, città del Brunello

La chiave per uscire dall’ovattato scrigno di Piazza del Campo è la SR2 Cassia con direttrice Roma. Pochi km e una scalata decisa a metà rettilineo spinge il manubrio a svoltare a destra e portare le ruote su off road: galeotto fu il cartello de L’Eroica, gara per bici d’epoca su fondo misto. Il fondo sterrato non chiede alcun tassello e si lascia accarezzare anche da manopole inesperte, ripagando per la scelta con incantevoli colpi d’occhio, come la fortificata Fattoria di Radi e i caldi mattoni del Vescovado di Murlo.
Asfalto e sterro si rincorrono allegri fino a Castiglion del Bosco. Lungo i campi da golf dello stilista Ferragamo non resistiamo a dare qualche colpo di gas sulla ghiaia fine. La vista dei vigneti rubati alle macchie di querce predispone mente e palato all'assaggio di sua maestà il Brunello, imperatore dei vini, con merenda nella scenografica Enoteca della Fortezza. Montalcino è terrazza privilegiata sul Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, patrimonio dell’Unesco e paradiso dove cercare il proprio nirvana per mente e polso.
In Val d'Orcia, patrimonio UNESCO

Planando verso valle con la SP45 del Brunello, in loc. Valdicava, l'asfalto dura giusto il tempo di qualche curva ariosa e poi lascia nuovamente il palcoscenico alla terra, fino a Torrenieri, antica stazione di cavalli e convogli. La solitaria Pieve di Sant’Anna in Camprena mette in bella mostra gli affreschi del Sodoma, preambolo artistico alla papale Pienza che dette i natali a Pio II. Ma sacro e profano si mischiano facilmente e allora la tentazione è una merenda con le mille varianti del Pecorino, parola d'ordine: cedere senza rèmore. Ad allietare la digestione arriva la panoramica off road verso Monticchiello, borgo medievale dal cassero affondato e pendente, dove ogni estate i 200 abitanti riuniti nell’omonima Compagnia del Teatro Povero trasformano la piazza in palcoscenico a cielo aperto con spettacoli della tradizione popolare.
Dondolarsi in piega fra i cipressi che fiancheggiano la serpentina più fotografata al mondo aggiunge gusto a un viaggio già ricco di sapori, e Castelluccio, antica sosta sulla via Francigena, è preambolo alla tenuta de La Foce dei marchesi Origo. Ad essi va il merito di aver reso vita alla Val d’Orcia, scacciando fame, miseria e ignoranza a inizio secolo, e invasori tedeschi nella seconda guerra mondiale. Castiglioncello del Trinoro domina la Val d’Orcia con la sua Porta del Sole, spunto per una deviazione verso Sarteano e la sua Giostra del Saracino (agosto); oppure, una manciata di km sterrati punta il mare di tornanti che agitano questo idilliaco dipinto.
Ultima tappa: Rocca di Radicofani

La Rocca di Radicofani si staglia con decisione e le imprese del brigante Ghino di Tacco ci indicano che siamo in una terra di confine, ancora valle ma per poco e con l’ombroso Monte Amiata a pochi chilometri. Curve briose mettono in comunicazione Ponte del Rigo e San Casciano dei Bagni: giù il cavalletto, ad agosto si apre al divertimento con il Palio di San Cassiano e la sua corsa della ranocchia.
