Ancora oggi, nei boschi silenziosi e nei borghi raccolti della valle percorsa da Francesco, aleggia un’atmosfera sospesa.
Qui la natura si fa voce e respiro e il senso profondo di armonia e di pace che caratterizza il pensiero francescano sembra riaffiorare ad ogni passo. È in questo scenario che si incontrano i luoghi legati al Santo, tappe di un cammino che unisce spiritualità, storia e bellezza senza tempo.
Il Santuario della Verna sorge imponente sul monte che domina la valle del Casentino, immerso in una foresta che sembra custodirne il silenzio e la sacralità. Fu donato a San Francesco dal Conte Orlando Cattani nei primi anni del Duecento e divenne presto un luogo di preghiera e raccoglimento.
Qui, il 17 settembre 1224, il Santo ricevette le stigmate, evento che rese la Verna una delle mete francescane più significative.
Il complesso conserva testimonianze preziose: la chiesetta di Santa Maria degli Angeli costruita dallo stesso Francesco, la Cappella delle Stimmate, la Basilica di Santa Maria Assunta con le terrecotte di Andrea della Robbia.
Passeggiare nei corridoi del convento o visitare il Museo significa compiere un viaggio nella storia, tra reliquiari, opere d’arte e le antiche sale della vita conventuale. Affacciandosi sul paesaggio del Casentino, lo sguardo incontra le stesse vedute che ispirarono Dante e Michelangelo, in un dialogo continuo tra natura, arte e spiritualità che ancora oggi fa della Verna un luogo unico, capace di toccare profondamente chi vi giunge.
Tra i boschi della Valtiberina, non lontano da Sansepolcro, l’Eremo di Montecasale custodisce memorie profonde della vita di San Francesco.
Qui si svolsero episodi emblematici del suo insegnamento: la conversione dei briganti che chiedevano cibo ai frati e la prova dei cavoli piantati al contrario, simbolo di obbedienza assoluta alla regola.
Fondato nel 1192 dai monaci camaldolesi come luogo di accoglienza per i pellegrini che attraversavano l’Alpe della Luna, il convento venne ceduto a San Francesco nel 1213 dal vescovo di Città di Castello, diventando presto un centro importante per la spiritualità francescana.
Dopo secoli di passaggi, dal XVI secolo è abitato dai frati cappuccini, che ancora oggi ne custodiscono la quiete.
Il complesso, semplice e austero, riflette l’architettura povera dei primi insediamenti francescani, con edifici in pietra locale disposti secondo le esigenze della vita monastica.
Tra le memorie legate al passaggio di San Francesco, la tradizione ricorda anche una pietra sulla quale il Santo avrebbe riposato. Nell’eremo si conservano inoltre una scultura lignea policroma della Madonna col Bambino, reliquie legate alla storia dei briganti convertiti e altri segni che mantengono vivo il legame tra il luogo e la spiritualità francescana.
Costruito tra il XII e il XIII secolo sulle rovine di una torre longobarda, il Castello di Montauto domina dall’alto la valle del torrente Sovara, in una posizione che lo rendeva quasi inespugnabile. Tra queste mura trovò ospitalità più volte San Francesco, che qui si fermava durante i suoi pellegrinaggi verso La Verna, accolto dall’amico conte Alberto Barbolani.
Nella piccola cappella del castello il Santo pregava in silenzio, e proprio in questo luogo si conserva il ricordo del suo legame con Montauto.
Secondo la tradizione, durante l’ultimo viaggio dalla Verna ad Assisi, già segnato dalle stigmate e dalla consapevolezza della fine vicina, Francesco donò al conte il suo saio, ormai consunto e ricucito con semplici steli di ginestra cresciuti attorno al castello. Un gesto umile e potente, che trasformò quel tessuto logoro in una preziosa reliquia.
La tonaca rimase custodita a Montauto fino al 1503, quando fu portata a Firenze, e oggi si trova nella cappella delle reliquie del Santuario della Verna.
Sul crinale dell’Alpe di Catenaia si trova l’Eremo della Casella, dove il Santo si fermò in preghiera volgendo lo sguardo al Monte della Verna.
Poco distante, nei pressi di Pieve Santo Stefano, sorge l’Eremo di Cerbaiolo, un antico cenobio benedettino donato a Francesco e trasformato poi in uno dei primi insediamenti francescani della valle.
Questi luoghi, insieme agli altri legati alla vita del Santo, possono essere raggiunti in auto, ma il modo più autentico per scoprirli è percorrere i sentieri che attraversano boschi e crinali lungo la Via di Francesco.
Due i tracciati principali, entrambi in partenza dal Santuario de La Verna: il primo corre lungo la dorsale dell’Alpe della Luna e collega Pieve Santo Stefano con gli eremi di Cerbaiolo e Montecasale fino a Sansepolcro; il secondo segue l’Alpe di Catenaia e conduce verso l’Eremo della Casella, Caprese Michelangelo, il Castello e il Cenacolo di Montauto, fino ad Anghiari.