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Itinerari
Un viaggio in moto in Val d'Orcia tra natura, borghi e terme

Da Bagno Vignoni a San Casciano dei Bagni

Questo percorso suggestivo in motocicletta porta nel cuore della Val d’Orcia fino a scalare la vetta del Monte Amiata, tra boschi verdissimi, colline turgide e arrotondate, tra una miriade di borghi pieni di storia. Tantissime sono anche le possibilità di fare piacevoli tappe nelle terme del territorio: per qualche ora di piacevole relax, coccolati tra acqua e vapori.
1.
Prima tappa
Le terme etrusche di Bagno Vignoni

L’itinerario inizia dalla zona termale di Bagno Vignoni, dove ben 3 strutture utilizzano le benefiche acque termali della zona per il benessere degli ospiti. Si esce da Bagno Vignoni e si prosegue sulla Cassia (SS2). Si svolta a destra in direzione di Abbadia San Salvatore sulla SP61 per poi proseguire sulla SP18 in direzione della Vetta del Monte Amiata.

L’itinerario inizia dalla zona termale di Bagno Vignoni, dove ben 3 strutture utilizzano le benefiche acque termali della zona per il benessere degli ospiti. Si esce da Bagno Vignoni e si prosegue sulla Cassia (SS2). Si svolta a destra in direzione di Abbadia San Salvatore sulla SP61 per poi proseguire sulla SP18 in direzione della Vetta del Monte Amiata.

2.
Seconda tappa
Verso il Monte Amiata

Dopo 26 Km si arriva ad Abbadia San Salvatore, il maggiore centro del Monte Amiata. La cittadina ha un passato minerario. Qui fino agli anni ‘70 si estraeva il mercurio. Oggi le miniere sono state trasformate in importanti musei ed è possibile, accompagnati da esperti minatori, scendere nelle gallerie o percorrerne un tratto con un trenino. Ad Abbadia si cela però anche un vero e proprio gioiello medievale: è la sua Abbazia, fondata nel VII secolo che presenta una meravigliosa cripta. Il Monte Amiata con i suoi 1.738 metri s.l.m. è il vulcano spento più alto d’Italia e meta per gli appassionati di sport invernali e di itinerari naturalistici.

Dopo 26 Km si arriva ad Abbadia San Salvatore, il maggiore centro del Monte Amiata. La cittadina ha un passato minerario. Qui fino agli anni ‘70 si estraeva il mercurio. Oggi le miniere sono state trasformate in importanti musei ed è possibile, accompagnati da esperti minatori, scendere nelle gallerie o percorrerne un tratto con un trenino. Ad Abbadia si cela però anche un vero e proprio gioiello medievale: è la sua Abbazia, fondata nel VII secolo che presenta una meravigliosa cripta. Il Monte Amiata con i suoi 1.738 metri s.l.m. è il vulcano spento più alto d’Italia e meta per gli appassionati di sport invernali e di itinerari naturalistici.

3.
Terza tappa
Una visita a Radicofani

Si esce da Abbadia San Salvatore e si prosegue sulla SP61 per poi prendere la Cassia (SS2). Si svolta a sinistra sulla SP321 in direzione di San Casciano dei Bagni. Si passa il piccolo borgo di Celle sul Rigo attraversando un paesaggio quasi lunare, caratterizzato dai calanchi, profonde spaccature nel terreno argilloso. A sinistra, arroccato su una delle colline, si intravede Radicofani, con la Rocca Medievale di Ghino di Tacco, il brigante della Val d’Orcia.

Si esce da Abbadia San Salvatore e si prosegue sulla SP61 per poi prendere la Cassia (SS2). Si svolta a sinistra sulla SP321 in direzione di San Casciano dei Bagni. Si passa il piccolo borgo di Celle sul Rigo attraversando un paesaggio quasi lunare, caratterizzato dai calanchi, profonde spaccature nel terreno argilloso. A sinistra, arroccato su una delle colline, si intravede Radicofani, con la Rocca Medievale di Ghino di Tacco, il brigante della Val d’Orcia.

4.
Quarta tappa
Relax a San Casciano dei Bagni

Dopo 30 Km si arriva a San Casciano dei Bagni. Anche in questo caso, come per Bagno Vignoni, è pienamente documentato che le sue acque termali calde erano note fin dagli Etruschi. Ma è nel 1600 con il Granduca Ferdinando I, il quale fece costruire l’elegante portico di quello che è oggi lo stabilimento termale Fonteverde, che si diede il via alla moda dei soggiorni termali nella località. La parte storica è in realtà completamente ricostruita e il Castello è una di quelle affascinanti ricostruzioni tanto in voga a cavallo tra il 1800 e il 1900.

Dopo 30 Km si arriva a San Casciano dei Bagni. Anche in questo caso, come per Bagno Vignoni, è pienamente documentato che le sue acque termali calde erano note fin dagli Etruschi. Ma è nel 1600 con il Granduca Ferdinando I, il quale fece costruire l’elegante portico di quello che è oggi lo stabilimento termale Fonteverde, che si diede il via alla moda dei soggiorni termali nella località. La parte storica è in realtà completamente ricostruita e il Castello è una di quelle affascinanti ricostruzioni tanto in voga a cavallo tra il 1800 e il 1900.

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