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Virgoletta
Città e borghi

Virgoletta

Alla scoperta della storia tra portali parlanti e fontane d’acqua

Adagiato su un colle che fiancheggia il fondo valle del torrente Bagnone, Virgoletta è un borgo medievale di Villafranca in Lunigiana, sviluppato lungo la strada che taglia il crinale della collina e che da Villafranca conduceva verso l’Appennino. Anche Virgoletta è legata alla storia dei Malaspina in Lunigiana e se in origine i Signori del borgo erano i Corbellari, entra presto a far parte del feudo dei Malaspina dello Spino Secco e, per una breve parentesi quattrocentesca, assegnato ai genovesi Campofregoso.

I portali parlanti e la chiesa di San Gervasio e Protasio

La passeggiata nel borgo, interamente cinto da mura alte più di dieci metri, inizia dalla porta in pietra rivolta verso Villafranca. Lungo la via si ammirano numerosi “portali parlanti”, tipici dei borghi d’Appennino come anche Tavernelle e Camporaghena, con architravi in pietra arenaria e decorati con bassorilievi dai simboli benaugurali o attrezzi da lavoro come le forbici, probabilmente realizzate per indicare la presenza della bottega di un sarto. 

Si raggiunge presto la piccola piazza con la chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio. L’edificio, risalente al 1585, si sovrappone ad una struttura molto più antica e ancora esistente sotto l’attuale chiesa. Al suo interno uno splendido altare marmoreo del Seicento che conserva le reliquie di quattro santi celebrati ogni anno la seconda domenica di maggio che, secondo i documenti, sarebbero giunti a Virgoletta da Roma nel 1666. Dietro l’altare della chiesa, una bella pala in marmo quattrocentesca che rappresenta la Vergine seduta in trono con il bambino, tra i santi Gervasio e Protasio, martiri dedicatari della parrocchia, attribuita al Maestro di Virgoletta.

La passeggiata nel borgo, interamente cinto da mura alte più di dieci metri, inizia dalla porta in pietra rivolta verso Villafranca. Lungo la via si ammirano numerosi “portali parlanti”, tipici dei borghi d’Appennino come anche Tavernelle e Camporaghena, con architravi in pietra arenaria e decorati con bassorilievi dai simboli benaugurali o attrezzi da lavoro come le forbici, probabilmente realizzate per indicare la presenza della bottega di un sarto. 

Si raggiunge presto la piccola piazza con la chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio. L’edificio, risalente al 1585, si sovrappone ad una struttura molto più antica e ancora esistente sotto l’attuale chiesa. Al suo interno uno splendido altare marmoreo del Seicento che conserva le reliquie di quattro santi celebrati ogni anno la seconda domenica di maggio che, secondo i documenti, sarebbero giunti a Virgoletta da Roma nel 1666. Dietro l’altare della chiesa, una bella pala in marmo quattrocentesca che rappresenta la Vergine seduta in trono con il bambino, tra i santi Gervasio e Protasio, martiri dedicatari della parrocchia, attribuita al Maestro di Virgoletta.

Il castello Malaspina

Lasciata la chiesa, Via Calzolari conduce fino al Castello Malaspina, di cui oggi è possibile visitare il cortile porticato. A dare il benvenuto, uno scudo in marmo con un leone e due rami di Spino Secco, stemma familiare. Entrati nel loggiato, una doppia scalinata conduce alle due ali del castello: da una parte, le sale nobiliari che risalgono al Cinquecento e al Seicento, dall’altra, in direzione dell’Appennino e del borgo di Bagnone, la torre di difesa da cui si gode di un’ampia vista su tutta la valle. 

Oggi, un piccolo passaggio che gli abitanti chiamano “riulin”, rivellino, permette di costeggiare la torre e il sistema difensivo rivolto verso le montagne e lasciare il paese in direzione del piccolo santuario della Madonna della Neve.

Al termine della passeggiata nel borgo, è tempo di rinfrescarsi alle Fontane di Virgoletta, fonti di acqua corrente che sgorga da affascinanti faccioni in marmo e punto di sosta di tutti i pellegrini che percorrono la Via Francigena passando da questo piccolo gioiello lunigianese.

Lasciata la chiesa, Via Calzolari conduce fino al Castello Malaspina, di cui oggi è possibile visitare il cortile porticato. A dare il benvenuto, uno scudo in marmo con un leone e due rami di Spino Secco, stemma familiare. Entrati nel loggiato, una doppia scalinata conduce alle due ali del castello: da una parte, le sale nobiliari che risalgono al Cinquecento e al Seicento, dall’altra, in direzione dell’Appennino e del borgo di Bagnone, la torre di difesa da cui si gode di un’ampia vista su tutta la valle. 

Oggi, un piccolo passaggio che gli abitanti chiamano “riulin”, rivellino, permette di costeggiare la torre e il sistema difensivo rivolto verso le montagne e lasciare il paese in direzione del piccolo santuario della Madonna della Neve.

Al termine della passeggiata nel borgo, è tempo di rinfrescarsi alle Fontane di Virgoletta, fonti di acqua corrente che sgorga da affascinanti faccioni in marmo e punto di sosta di tutti i pellegrini che percorrono la Via Francigena passando da questo piccolo gioiello lunigianese.

Le fontane

Al termine della passeggiata nel borgo, è tempo di rinfrescarsi alle Fontane di Virgoletta, fonti di acqua corrente che sgorga da affascinanti faccioni in marmo e punto di sosta di tutti i pellegrini che percorrono la Via Francigena passando da questo piccolo gioiello lunigianese.

Al termine della passeggiata nel borgo, è tempo di rinfrescarsi alle Fontane di Virgoletta, fonti di acqua corrente che sgorga da affascinanti faccioni in marmo e punto di sosta di tutti i pellegrini che percorrono la Via Francigena passando da questo piccolo gioiello lunigianese.

Lunigiana