I vitigni fondamentali che concorrono alla formazione del vigneto Chianti sono i seguenti: Sangiovese (minimo 75%), Canaiolo nero (fino al 10%), Trebbiano toscano e Malvasia del Chianti (fino al 10%), complementari a bacca rossa (fino al 10%). La resa massima di uva per ettaro è di 90 quintali, che scende a 80 per le sottozone e a 75 per la specificazione Superiore.
Il vino Chianti non può essere immesso al consumo anteriormente al 1° marzo dell’annata successiva a quella di produzione delle uve, a eccezione del Chianti Colli Fiorentini, Rufina e Superiore, per i quali la data di immissione al consumo decorre dal 1° settembre, e Chianti Montespertoli, per il quale tale data decorre dal 1° giugno. La tipologia Riserva deve essere sottoposta a invecchiamento di almeno due anni, a decorrere dal 1° gennaio successivo all’annata di produzione delle uve, con almeno tre mesi di affinamento in bottiglia.
Le caratteristiche del Chianti sono: colore rubino vivace, tendente al granato con l’invecchiamento; sapore armonico, asciutto, sapido, leggermente tannico che si affina col tempo al morbido vellutato; profumo intensamente vinoso talvolta con profumo di mammola e con un più pronunciato carattere di finezza nella fase di invecchiamento.
La gradazione alcolica minima è di 11,5° e 12° per alcune sottozone (Colli Fiorentini, Rufina e Montespertoli), per il Chianti Superiore e per la Riserva. Nel caso di Chianti Riserva riferito alle sottozone, la gradazione minima è 12,5°.
Il Chianti può essere consumato, per qualche tipologia, come vino giovane, fresco e gradevole al palato, ma è ben nota anche, per talune zone, la vocazione a un medio e lungo invecchiamento, con cui acquista profumi e sapori inconfondibili. Nella sua grande varietà il Chianti è un vino per ogni occasione. In alcune zone si producono vini giovani adatti a “tutto pasto”, nonché ai primi piatti con salse al ragù, lessi e umidi; in altre, vini più strutturati, di moderato invecchiamento, che ben si accompagnano al pollame e agli arrosti di carni bianche; infine, laddove si hanno vini di grande carattere, alcolicità e invecchiamento, il loro accoppiamento più indicato sono gli arrosti, la selvaggina e i formaggi stagionati. In realtà un Chianti giovane può essere un degno accompagnamento anche per un sapido cacciucco.
Info: consorziovinochianti.it