Skip to content
Itinerari
Da Seggiano ad Arcidosso: un weekend intorno al Monte Amiata

Trascorrete tre giorni adatti a tutta la famiglia nel sud della Toscana, nella terra di questo vulcano estinto

Per un angolo inusuale di Toscana, scegliete la montagna, oppure una montagna in particolare: Monte Amiata, nel sud della regione. Programmate la vostra visita familiare in modo che coincida con i festival locali, quando la zona prende vita: a Seggiano ci sono la festa della ciliegia (a metà giugno), la sagra del picio (secondo weekend di agosto) e la festa dell’olio (a fine novembre), mentre, il Palio delle Contrade cambia la faccia di Castel del Piano ogni anno l’8 settembre e il festival della birra Vulcano di Birra porta divertimento ad Arcidosso, a fine luglio.

1.
Primo giorno
Alla scoperta di Seggiano

Con i suoi 955 abitanti, Seggiano è un delizioso paese medievale in collina, base perfetta per esplorare la zona del Monte Amiata. La prima tappa è il Museo dell’Olio di Oliva, un modo originale per comprendere come l’olio viene prodotto, specialmente da quando la città dà il nome alla varietà locale: l’Olivastra seggianese. La visita inizia con una vista insolita: un olivo tiene immerse le proprie radici in una cisterna nel centro del paese—è il più grande albero al mondo a venire nutrito con il metodo aeroponico (coltivato senza l’utilizzo del suolo, in un ambiente in cui viene nebulizzata l’acqua). I bambini saranno affascinati dall’uso creativo di una macchina da scrivere che traccia l’attività elettrica della pianta, sia dal mulino del XIX secolo, dall’oratorio di San Rocco con i suoi affreschi del 1490 e dalla nuova impressionante oleoteca (archivio e bottega di olio) che offre degustazioni nella piazza principale.

Con i suoi 955 abitanti, Seggiano è un delizioso paese medievale in collina, base perfetta per esplorare la zona del Monte Amiata. La prima tappa è il Museo dell’Olio di Oliva, un modo originale per comprendere come l’olio viene prodotto, specialmente da quando la città dà il nome alla varietà locale: l’Olivastra seggianese. La visita inizia con una vista insolita: un olivo tiene immerse le proprie radici in una cisterna nel centro del paese—è il più grande albero al mondo a venire nutrito con il metodo aeroponico (coltivato senza l’utilizzo del suolo, in un ambiente in cui viene nebulizzata l’acqua). I bambini saranno affascinati dall’uso creativo di una macchina da scrivere che traccia l’attività elettrica della pianta, sia dal mulino del XIX secolo, dall’oratorio di San Rocco con i suoi affreschi del 1490 e dalla nuova impressionante oleoteca (archivio e bottega di olio) che offre degustazioni nella piazza principale.

2.
Secondo giorno
Da Castel del Piano ad Arcidosso

“Castel del Piano… per la bellezza del luogo, per la comodità dell'amena posizione, senza dubbio è il primo tra i villaggi che sorgono su quel versante”: così Papa Pio II descriveva, nel XV secolo, il prossimo paese che visiteremo. Fate una passeggiata per il piccolo e pittoresco centro storico, le sue stradine a ciottoli e le sue tre porte: Porta Pianese, oggigiorno sormantata dalla torre dell’orologio, Porta Amiata (o Castiglionese) e la minore Porta Spennaziana, che collega la città vecchia con il più recente abitato sotto le mura.

Accanto alla torre dell’orologio si trova Palazzo Nerucci, un’esemplare architettura del XVI secolo che ospita una collezione artistica variegata che annovera dipinti, reperti archeologici e antichità. Fuori città, prendete fiato all’ombra di una delle querce più grandi d’Europa e dei boschi di castagni. Cinque minuti di guida e ad Arcidosso siamo accolti dall’imponente Fortezza Aldobrandesca. La fortificazione, che ha più di mille anni, è aperta in estate e comprende il Centro Studi Davide Lazzaretti, il Museo di Storia Medievale, un giro sulla torre e il Museo di Arte e Cultura Orientale. Se avete sete, riposatevi presso la tap room del birrificio Birra Amiata con una rinfrescante birra artigianale locale, aromatizzata alle castagne, allo zafferano o al miele di montagna.

“Castel del Piano… per la bellezza del luogo, per la comodità dell'amena posizione, senza dubbio è il primo tra i villaggi che sorgono su quel versante”: così Papa Pio II descriveva, nel XV secolo, il prossimo paese che visiteremo. Fate una passeggiata per il piccolo e pittoresco centro storico, le sue stradine a ciottoli e le sue tre porte: Porta Pianese, oggigiorno sormantata dalla torre dell’orologio, Porta Amiata (o Castiglionese) e la minore Porta Spennaziana, che collega la città vecchia con il più recente abitato sotto le mura.

Accanto alla torre dell’orologio si trova Palazzo Nerucci, un’esemplare architettura del XVI secolo che ospita una collezione artistica variegata che annovera dipinti, reperti archeologici e antichità. Fuori città, prendete fiato all’ombra di una delle querce più grandi d’Europa e dei boschi di castagni. Cinque minuti di guida e ad Arcidosso siamo accolti dall’imponente Fortezza Aldobrandesca. La fortificazione, che ha più di mille anni, è aperta in estate e comprende il Centro Studi Davide Lazzaretti, il Museo di Storia Medievale, un giro sulla torre e il Museo di Arte e Cultura Orientale. Se avete sete, riposatevi presso la tap room del birrificio Birra Amiata con una rinfrescante birra artigianale locale, aromatizzata alle castagne, allo zafferano o al miele di montagna.

3.
Terzo giorno
Cascate, natura e avventura

È il momento di essere dinamici durante il terzo giorno al Monte Amiata, con una camminata alla suggestiva cascata Acqua d’Alto, vicino al villaggio di Bagnoli. La nostra prossima tappa è la Riserva Naturale del Monte Labbro, 650 ettari di natura e fauna selvagge.

In base alla stagione, non è raro vedere aquile e falchi che sorvolano in alto le cime dei monti oppure dei cervi e, se si è fortunati, anche i lupi dell’Appennino. Per un’esperienza avventurosa portate la famiglia all’Indiana Park Amiata, un parco-avventura situato sulla montagna, che, tra le attività proposte ai ragazzi, conta percorsi sospesi, ponti di corda e alberi da scalare. Una volta stimolato l’appetito, fate il pieno di carboidrati in uno dei ristoranti tipici della zona, dove, tra le specialità locali, ci sono la pasta al cinghiale, piatti a base di castagne e porcini in abbondanza.

 

È il momento di essere dinamici durante il terzo giorno al Monte Amiata, con una camminata alla suggestiva cascata Acqua d’Alto, vicino al villaggio di Bagnoli. La nostra prossima tappa è la Riserva Naturale del Monte Labbro, 650 ettari di natura e fauna selvagge.

In base alla stagione, non è raro vedere aquile e falchi che sorvolano in alto le cime dei monti oppure dei cervi e, se si è fortunati, anche i lupi dell’Appennino. Per un’esperienza avventurosa portate la famiglia all’Indiana Park Amiata, un parco-avventura situato sulla montagna, che, tra le attività proposte ai ragazzi, conta percorsi sospesi, ponti di corda e alberi da scalare. Una volta stimolato l’appetito, fate il pieno di carboidrati in uno dei ristoranti tipici della zona, dove, tra le specialità locali, ci sono la pasta al cinghiale, piatti a base di castagne e porcini in abbondanza.

 

Esplora

Scopri quello che ti può interessare nelle vicinanze di questo itinerario