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Itinerari
L’Appennino aretino in moto

Cultura, folklore e gastronomia tra i valichi montani

A cavallo tra Toscana e Marche, l’itinerario è un puzzle di valichi primari e secondari, con il risultato di una rotta virtuosa e con le pause rettilinee del posto giusto. Cultura, folklore e gastronomia costellano il tracciato arricchendone il valore, non solo motard. Guidare, mangiare e conoscere: semplicemente perfetto!

Imposta il tuo gps: Sansepolcro, San Pietro in Villa, Pieve Santo Stefano, Chiusi della Verna, Bibbiena, Subbiano, Anghiari, Monterchi, San Giustino, Borgo Pace, Badia Tedalda, Sansepolcro
1.
Prima tappa
Verso Chiusi della Verna

Impostato San Pietro Villa sul gps si scorre all'ombra dei pini, sbeffeggiando la SS33bis. A Madonnuccia lo sguardo si accompagna con la vista del lago di Montedoglio, bacino artificiale sulla strada del Tevere che ne regola il flusso. La stretta carreggiata odora di via secondaria, poco trafficate, che migliora gradualmente.

A Pieve Santo Stefano, distrutta e ricostruita nel dopoguerra, si cambia marcia attaccando le geometrie allegre della SP208: ma prima di dare gas, il vicino borgo medievale di Mignano propone una valida sosta (luglio) in occasione della Festa Mignano 1499… quasi 1500 (rievocazione storica).

Briosa salita quella targata SP208, che oltre Compito offre ampio respiro al paesaggio. Siamo ora a cavallo tra Valdarno e Valtiberina, prossimi a raggiungere Chiusi della Verna. Dal paese parte la piacevole scalata tortuosa per il Santuario de La Verna: qui, San Francesco ricevette le stimmate nel 1224. Malgrado le ferite invernali la discesa è super vivace.

Impostato San Pietro Villa sul gps si scorre all'ombra dei pini, sbeffeggiando la SS33bis. A Madonnuccia lo sguardo si accompagna con la vista del lago di Montedoglio, bacino artificiale sulla strada del Tevere che ne regola il flusso. La stretta carreggiata odora di via secondaria, poco trafficate, che migliora gradualmente.

A Pieve Santo Stefano, distrutta e ricostruita nel dopoguerra, si cambia marcia attaccando le geometrie allegre della SP208: ma prima di dare gas, il vicino borgo medievale di Mignano propone una valida sosta (luglio) in occasione della Festa Mignano 1499… quasi 1500 (rievocazione storica).

Briosa salita quella targata SP208, che oltre Compito offre ampio respiro al paesaggio. Siamo ora a cavallo tra Valdarno e Valtiberina, prossimi a raggiungere Chiusi della Verna. Dal paese parte la piacevole scalata tortuosa per il Santuario de La Verna: qui, San Francesco ricevette le stimmate nel 1224. Malgrado le ferite invernali la discesa è super vivace.

2.
Seconda tappa
Visita a Bibbiena e Arezzo

Atterrati su Bibbiena, allombra della Torre dei Tarlati si assiste alla disputa danzante tra i due rioni storici, detta “Bello Ballo” (Carnevale). Il tracciato concede una tregua con annesso trasferimento anonimo, spondeggiando lArno sulla SR71 fino alle porte di Arezzo. La città delloro è una conferma brillante e meritevole di lunga sosta. Il percorso si distende ora sulla veloce SP43 alla conquista del Valico di Scheggia (575 m slm), e curve dopo curve riporta le ruote in Valtiberina.

Atterrati su Bibbiena, allombra della Torre dei Tarlati si assiste alla disputa danzante tra i due rioni storici, detta “Bello Ballo” (Carnevale). Il tracciato concede una tregua con annesso trasferimento anonimo, spondeggiando lArno sulla SR71 fino alle porte di Arezzo. La città delloro è una conferma brillante e meritevole di lunga sosta. Il percorso si distende ora sulla veloce SP43 alla conquista del Valico di Scheggia (575 m slm), e curve dopo curve riporta le ruote in Valtiberina.

3.
Terza tappa
Cultura e artigianato in Valtiberina

Anghiari, cittadina dal sapore rinascimentale, ama lartigianato e la cucina casereccia. Lo dimostrano la Mostra Mercato dell'Artigianato della Valtiberina e la Festa dei Bringoli e di San Martino (novembre): spaghettoni fatti a mano con sola acqua e farina, conditi con sughi di funghi e carne. Il borgo murato di Monterchi protegge il celebre affresco di Piero della Francesca, dedicato alla La Madonna del Parto: emozionante distrazione culturale, prima di salire sulla naturale terrazza panoramica offerta da Citerna.

A due passi dal Castello Bufalini (visitabile), a San Giustino, parte quel capolavoro geometrico chiamato Bocca Trabaria: recentemente restituita ai bikers dopo una lunga assenza per frana. La conquista del Valico (1049 m slm) premia la ciclistica agile e il pilota stiloso, proponendo sul finale una sestina di fantastici tornanti.

Anghiari, cittadina dal sapore rinascimentale, ama lartigianato e la cucina casereccia. Lo dimostrano la Mostra Mercato dell'Artigianato della Valtiberina e la Festa dei Bringoli e di San Martino (novembre): spaghettoni fatti a mano con sola acqua e farina, conditi con sughi di funghi e carne. Il borgo murato di Monterchi protegge il celebre affresco di Piero della Francesca, dedicato alla La Madonna del Parto: emozionante distrazione culturale, prima di salire sulla naturale terrazza panoramica offerta da Citerna.

A due passi dal Castello Bufalini (visitabile), a San Giustino, parte quel capolavoro geometrico chiamato Bocca Trabaria: recentemente restituita ai bikers dopo una lunga assenza per frana. La conquista del Valico (1049 m slm) premia la ciclistica agile e il pilota stiloso, proponendo sul finale una sestina di fantastici tornanti.

4.
Quarta tappa
Immersione nella natura

Con labbazia benedettina e la sagra della panzanella (agosto), Lamoli tenta un singolare doppio jolly per catturare l'attenzione. Sconfinati nelle Marche, si costeggia la Riserva Naturale dell'Alpe di Luna scalzando per questa volta il tartufo di SantAngelo in Vado. Il bivio, a sinistra, è da Borgo Pace: attorcigliata e selvaggia al punto giusto, la provinciale del Passo della Spugna si fa perdonare un fondo stradale mediocre e conclude su Badia Tedalda. Lultimo valico, con tanto di ritrovo bikers, che separa da Sansepolcro è il Passo di Viamaggio (983 mt slm): entusiasmante ma punitivo, occhio a non lasciarci la targa!

Con labbazia benedettina e la sagra della panzanella (agosto), Lamoli tenta un singolare doppio jolly per catturare l'attenzione. Sconfinati nelle Marche, si costeggia la Riserva Naturale dell'Alpe di Luna scalzando per questa volta il tartufo di SantAngelo in Vado. Il bivio, a sinistra, è da Borgo Pace: attorcigliata e selvaggia al punto giusto, la provinciale del Passo della Spugna si fa perdonare un fondo stradale mediocre e conclude su Badia Tedalda. Lultimo valico, con tanto di ritrovo bikers, che separa da Sansepolcro è il Passo di Viamaggio (983 mt slm): entusiasmante ma punitivo, occhio a non lasciarci la targa!

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