Il Museo del Calcio di Coverciano, a Firenze, è come un viaggio: gli oggetti che raccoglie, infatti, sono tappe che si intrecciano come fili alla storia degli Azzurri e del nostro Paese.
È nato il 22 maggio 2000, dall'idea e dalla passione di Fino Fini come una “casa” che protegge e custodisce la memoria, la storia della Nazionale e le testimonianze del presente: dall'oggetto più antico, il gagliardetto di Italia-Austria del 15 gennaio 1922, gara giocata al Velodromo Sempione di Milano, passando per le maglie degli indimenticati del Grande Torino fino ai trofei che hanno unito tutto il Paese come la coppa alzata nel 2006, per poi arrivare a quella vinta nel primo Campionato europeo virtuale, l’Esport UEFA eEURO 2020 e il prossimo “arrivo”, la Coppa conquistata dall’Italia di Roberto Mancini ad Euro2020.
I ricordi rivivono anche con i racconti dei nonni che spiegano ai nipotini perché la maglia di Celestino Celio era verde nel 1954. Raccontano, emozionandosi, del momento in cui il Presidente Pertini e il Commissario tecnico Bearzot si scambiarono la pipa dopo la storica finale dei Mondiali 1982 o di un’altra serata che non si scorda, rappresentata al Museo, anche dalla divisa di Fabio Cannavaro, capitano dell’Italia che si laureò campione del mondo a Berlino.
Il Museo del Calcio dà, inoltre, l’opportunità alle società di calcio e alle scuole di svolgere dei pacchetti comprensivi di attività in campo con i tecnici federali e di laboratori didattici su vari temi: dal giornalismo sportivo, all’alimentazione, all’educazione allo sport.
Informazioni sull'accessibilità: regione.toscana.it