Skip to content
Itinerari
Viaggio di charme: la strada dei castelli di Gaiole in Chianti

Itinerari tra le fortezze storiche del Chianti

La strada dei castelli nel comune di Gaiole in Chianti si snoda lungo la strada statale 408, la vecchia chiantigiana, che corre parallela al torrente Massellone ed in parte al fiume Arbia: un percorso che si svolge soprattutto sulle colline che la circondano.

Un territorio caratterizzato da irte colline, boschi di quercia,  oliveti e vigne isolate. Abitata già in epoca etrusca, come testimonianza abbiamo la tomba di Castellina, successivamente ci fu la presenza dei romani, grazie ai quali si trovano i resti di una necropoli del II-III secolo d.c.. Nel medioevo sorsero chiese, pieve romaniche e i grandi proprietari di campagna si insediarono nei castelli e ricche famiglie di mercanti eressero ville ed accorparono la terra in grandi fattorie.

Un luogo dove non ci si può annoiare con percorsi a piedi, a cavallo, in bicicletta, grazie ai numerosi itinerari che si snodano tra le colline, scoprendo così la ricchezza paesaggistica e storica del territorio.
1.
PRIMA TAPPA
Il castello di Cacchiano

Il castello di Cacchiano appartenne, fin dal XIII secolo, ad un ramo della famiglia Ricasoli e subì la stesse vicende del castello di Brolio. Roccaforte fiorentina, fu espugnato e danneggiato dagli Aragonesi, alleati di Siena, nel 1478, subito ricostruito fu nuovamente messo a ferro e fuoco da Siena nel 1530.

Attualmente il complesso è composto da corpi di fabbrica di varie epoche. La parte più antica sembrerebbe il fronte meridionale, pur molto alterato, che conserva uno sprone a scarpa di muratura rustica; a est e a nord sporgono due bastioni acuti, forse cinquecenteschi, con archibugiere. L'ala nord è stata trasformata in villa tardo-rinascimentale, con eleganti finestre.

Il castello di Cacchiano appartenne, fin dal XIII secolo, ad un ramo della famiglia Ricasoli e subì la stesse vicende del castello di Brolio. Roccaforte fiorentina, fu espugnato e danneggiato dagli Aragonesi, alleati di Siena, nel 1478, subito ricostruito fu nuovamente messo a ferro e fuoco da Siena nel 1530.

Attualmente il complesso è composto da corpi di fabbrica di varie epoche. La parte più antica sembrerebbe il fronte meridionale, pur molto alterato, che conserva uno sprone a scarpa di muratura rustica; a est e a nord sporgono due bastioni acuti, forse cinquecenteschi, con archibugiere. L'ala nord è stata trasformata in villa tardo-rinascimentale, con eleganti finestre.

2.
Seconda Tappa
Il castello di Brolio

Il castello di Brolio si erge imponente sulla collina. Il castello, dal 1009 sotto il dominio fiorentino, venne assegnato ad un ramo della famiglia Firidolf: i Ricasoli. La sua importanza, essendo sul confine tra lo stato fiorentino e quello senese, fu rilevante; assediato dagli Aragonesi nel 1452 fu preso e distrutto nel 478. Dopo il 1484 fu nuovamente fortificato ad opera di Giuliano da Sangallo.

Oggi possiamo vedere un'importante fortezza a forma di pentagono irregolare con mura dall'alta base a scarpa ed arciere-archibugiere poste a varie altezze. Il castello in mattoni, all'interno delle mura, fu fatto costruire, nel corso del 1800, dal Barone Bettino Ricasoli sull'onda del movimento neo-gotico dell'epoca.

Il castello di Brolio si erge imponente sulla collina. Il castello, dal 1009 sotto il dominio fiorentino, venne assegnato ad un ramo della famiglia Firidolf: i Ricasoli. La sua importanza, essendo sul confine tra lo stato fiorentino e quello senese, fu rilevante; assediato dagli Aragonesi nel 1452 fu preso e distrutto nel 478. Dopo il 1484 fu nuovamente fortificato ad opera di Giuliano da Sangallo.

Oggi possiamo vedere un'importante fortezza a forma di pentagono irregolare con mura dall'alta base a scarpa ed arciere-archibugiere poste a varie altezze. Il castello in mattoni, all'interno delle mura, fu fatto costruire, nel corso del 1800, dal Barone Bettino Ricasoli sull'onda del movimento neo-gotico dell'epoca.

3.
Terza tappa
Il castello di Meleto

Due chilometri prima di Gaiole una strada a destra porta al castello di Meleto eretto, alla fine del XII secolo con l'insediamento di un ramo dei Ricasoli. Fu occupato per breve tempo dai Senesi nel 1478, mentre rimase senza successo un nuovo assedio portato nel 1529.

L'attuale costruzione è un corpo quasi quadrato con al centro una torre più antica; negli angoli sud ed est vi sono due torrioni cilindrici forse quattrocenteschi. Il resto dell'edificio fu trasformato in villa verso la metà del XVIII secolo come testimoniano l'elegante cortiletto di gusto rinascimentale, i soffitti dipinti e i trompe l'oeil.

Due chilometri prima di Gaiole una strada a destra porta al castello di Meleto eretto, alla fine del XII secolo con l'insediamento di un ramo dei Ricasoli. Fu occupato per breve tempo dai Senesi nel 1478, mentre rimase senza successo un nuovo assedio portato nel 1529.

L'attuale costruzione è un corpo quasi quadrato con al centro una torre più antica; negli angoli sud ed est vi sono due torrioni cilindrici forse quattrocenteschi. Il resto dell'edificio fu trasformato in villa verso la metà del XVIII secolo come testimoniano l'elegante cortiletto di gusto rinascimentale, i soffitti dipinti e i trompe l'oeil.

4.
Quarta Tappa
Il castello di Castagnoli

Riprendendo la strada verso i monti del Chianti, ad un'altitudine di circa 850 metri sul livello del mare, si costeggiano i villaggi rurali di Rietine, San Martino e Castagnoli, possente struttura invano assediata dai Senesi nel 1478.
Castagnoli si presenta come un poderoso blocco poligonale, in pietra, con spigoli arrotondati ed un pittoresco cortile al centro

Arrivati sul crinale di Monteluco, scendendo il versante valdanese, si trovano alcuni villaggi di montagna: Nusenna, Starda, Fietri, Linari, San Vincenti. Quest'ultimo ha un'antichissima pieve romanica, del 700 d.c., che fu motivo di conflitto tra i vescovi di Siena ed Arezzo, diatriba risolta dal re longobardo Liutprando.

Riprendendo la strada verso i monti del Chianti, ad un'altitudine di circa 850 metri sul livello del mare, si costeggiano i villaggi rurali di Rietine, San Martino e Castagnoli, possente struttura invano assediata dai Senesi nel 1478.
Castagnoli si presenta come un poderoso blocco poligonale, in pietra, con spigoli arrotondati ed un pittoresco cortile al centro

Arrivati sul crinale di Monteluco, scendendo il versante valdanese, si trovano alcuni villaggi di montagna: Nusenna, Starda, Fietri, Linari, San Vincenti. Quest'ultimo ha un'antichissima pieve romanica, del 700 d.c., che fu motivo di conflitto tra i vescovi di Siena ed Arezzo, diatriba risolta dal re longobardo Liutprando.

5.
Quinta tappa
Il castello di Montegrossi

Dall'estremità meridionale di Gaiole si stacca una strada sulla sinsitra del Massellone, che si dirige verso Barbischio, borgo assai pittoresco con casette aggruppate intorno ad una vecchia torre in vetta ad una collina. Del castello risalente al 1010 resta l'alto rudere salvato da un intervento perfettamente in linea con i moderni principi del restauro.

Da Gaiole la statale 408 si dirige in Valdarno, verso la Firenze-Roma (A1). Dopo 5 km di paesaggio boscoso si arriva al passo di Coltibuono con il suo quadrivio; prendendo sulla destra si arriva alla torre di cancelli, una bella costruzione in pietra in origine sicuramente avamposto di Montegrossi. Questa torre è un rudere imponente che potrebbe essere adottato come simbolo dell'antico Chianti, infatti domina i territori dell'antica lega ovvero Gaiole, Radda e Castellina.

Di Montegrossi oggi resta il villaggio ed un altissimo torrione di pietra, in stato di progressivo decadimento.

Dall'estremità meridionale di Gaiole si stacca una strada sulla sinsitra del Massellone, che si dirige verso Barbischio, borgo assai pittoresco con casette aggruppate intorno ad una vecchia torre in vetta ad una collina. Del castello risalente al 1010 resta l'alto rudere salvato da un intervento perfettamente in linea con i moderni principi del restauro.

Da Gaiole la statale 408 si dirige in Valdarno, verso la Firenze-Roma (A1). Dopo 5 km di paesaggio boscoso si arriva al passo di Coltibuono con il suo quadrivio; prendendo sulla destra si arriva alla torre di cancelli, una bella costruzione in pietra in origine sicuramente avamposto di Montegrossi. Questa torre è un rudere imponente che potrebbe essere adottato come simbolo dell'antico Chianti, infatti domina i territori dell'antica lega ovvero Gaiole, Radda e Castellina.

Di Montegrossi oggi resta il villaggio ed un altissimo torrione di pietra, in stato di progressivo decadimento.

6.
Sesta tappa
L'Abbazia di Coltibuono

Dal passo, prendendo verso sinistra, si giunge all'Abbazia di Coltibuono: una splendida, antica costruzione immersa nel verde di un bosco di abeti e pini. Le origini risalgono ad ancor rima nell'anno 1000; si hanno infatti notizie di una piccola chiesa, un oratorio, che fu restaurato e trasformato in abbazia nel 1037 quando fu affidato ai monaci vallombrosani, ordine religioso sorto per combattere la corruzione che a quel tempo dominava la gerarchia ecclesiastica. L'abbazia prosperò e si estese grazie anche a donazioni di terre molini e dopo alterne vicende nel 1810 sotto il dominio napoleonico i beni vennero espropriati, i monaci cacciati ed il monastero fu venduto all'asta. Oggi il complesso è sede di una prestigiosa tenuta agricola.

Attualmente possiamo vedere un complesso imponente e molto articolato, di un fascino indiscutibile, dominato da una possente torre campanaria. Delle fortificazioni originali dell'abbazia sono rimasti ben pochi elementi.

Dal passo, prendendo verso sinistra, si giunge all'Abbazia di Coltibuono: una splendida, antica costruzione immersa nel verde di un bosco di abeti e pini. Le origini risalgono ad ancor rima nell'anno 1000; si hanno infatti notizie di una piccola chiesa, un oratorio, che fu restaurato e trasformato in abbazia nel 1037 quando fu affidato ai monaci vallombrosani, ordine religioso sorto per combattere la corruzione che a quel tempo dominava la gerarchia ecclesiastica. L'abbazia prosperò e si estese grazie anche a donazioni di terre molini e dopo alterne vicende nel 1810 sotto il dominio napoleonico i beni vennero espropriati, i monaci cacciati ed il monastero fu venduto all'asta. Oggi il complesso è sede di una prestigiosa tenuta agricola.

Attualmente possiamo vedere un complesso imponente e molto articolato, di un fascino indiscutibile, dominato da una possente torre campanaria. Delle fortificazioni originali dell'abbazia sono rimasti ben pochi elementi.

Esplora

Scopri quello che ti può interessare nelle vicinanze di questo itinerario