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Itinerari
Sulle orme di Pellegrino Artusi in Toscana

Itinerario seguendo il grande gastronomo

Ripercorriamo idealmente insieme al padre dell'enogastronomia un viaggio a ritroso fra Toscana e Romagna. Da Firenze seguiamo la strada Tosco-Romagnola n. 67 in direzione Pontassieve, lungo il fiume Sieve e saliamo poi verso il passo del Muraglione, per scendere verso la Romagna fino a Forlimpopoli, dove Artusi era nato nel 1820.

Da Firenze a San Godenzo

Pontassieve, ponte mediceo
Pontassieve, ponte mediceo - Credit: Konrad Jagodziński

Da Piazza d’Azeglio, a Firenze, dove Artusi si trasferì nel 1865 e vi abitò fino alla morte nel 1911, seguiamo la strada regionale 67: il centro principale della Val di Sieve è Pontassieve, sorto nel Duecento in prossimità della confluenza della Sieve nell'Arno. Conserva un ponte mediceo fatto costruire nel 1555 dal Granduca Cosimo I de’ Medici. Pontassieve un ben noto centro di produzione di vino e di olio, insieme a Rufina che si incontra a poca distanza, dove si trova anche il Museo della Vite e del Vino. Nei dintorni di Rufina si trovano il paese di Pomino, famoso anch’esso per il vino e per la pieve di San Bartolomeo del XII secolo, e quello di Turicchi, antica contea dei vescovi di Fiesole. Sulla destra, dopo pochi chilometri si incontra il paese di Londa, dove a settembre si tiene una fiera dedicata al prodotto d’eccellenza della zona, la pesca regina.

Vista da San Godenzo
Vista da San Godenzo - Credit: Shutterstock.com / Todor N Nikolov

Tornando sulla strada 67 si raggiunge Dicomano, paese di origine romana, caratterizzato da bei portici seicenteschi e dall’oratorio neoclassico di Sant’Onofrio. Qui a maggio si svolge una tradizionale fiera agricola.

Si sale poi verso San Godenzo, situato in posizione panoramica e immerso tra i castagneti. In località Castagno d’Andrea si arriva alla porta di accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna.

Bella la strada che conduce al Muraglione, circondata da boschi di castagni e faggi. La strada fu fatta costruire nel 1836 (un’opera di alta ingegneria per quei tempi) dal Granduca Leopoldo II, insieme ad una locanda e un grande muro, per riparare viandanti e carrozze dal forte vento di crinale.

Il passo è infatti un posto tappa della Grande Escursione Appenninica, molto suggestivo il percorso che dal Muraglione porta a Colla della Maestà e poi alla cascata dell’Acquacheta, citata da Dante nel XVI Canto dell’Inferno.

Scendendo verso la valle del Montone, dopo soli tre chilometri siamo già in Romagna.

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