
Chi sono le ‘persone’ che Dante incontra nel suo viaggio oltramondano? Non sono anime: essendo l’anima immateriale e invisibile. Non sono le umbrae della tradizione classica, pallidi fantasmi penetrabili e inconsistenti (anche se talvolta Dante indulge a qualche omaggio a questa illustre tradizione). Sono, come il Poeta dice, ‘corpi fittizi’: un tertium provvisorio fra il corpo vero, abbandonato in terra, e quello glorioso che verrà, dopo la resurrezione della carne. Con questa spettacolare invenzione teologica, Dante fa dell’al di là un doppio, concreto e potentemente suggestivo, dell’al di qua: pensatore cristiano, e non filosofo platonico, distrugge ogni dualismo fra l’anima e il corpo, e ricolloca il peso della nostra fisicità al centro di un nuovo umanesimo.