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Eremo di Montesiepi

church
Eremi

Un luogo mistico a pochi passi dall'Abbazia di San Galgano

A poca distanza dalla celebre Abbazia di San Galgano, immerso nella campagna di Chiusdino, sorge l’Eremo di Montesiepi, anch’esso intitolato al Santo. Questo affascinante edificio religioso custodisce uno dei simboli più affascinanti del Medioevo toscano: la spada nella roccia, legata alla straordinaria storia di San Galgano

L’eremo venne costruito subito dopo la morte del santo, avvenuta nel 1181, probabilmente su commissione del vescovo di Volterra. L'architettura circolare della cappella, con fasce alternate di pietra e mattoni, crea un suggestivo effetto bicromo

All'interno dell’eremo si trova l'iconica spada di San Galgano, infissa nella roccia. La spada emerge dal pavimento della chiesa, in corrispondenza del vertice del colle. In origine era incastonata in un altare che occupava il centro dell’ambiente, poi demolito nel XVII secolo e sostituito in anni recenti con quello attuale. 

A poca distanza di tempo dal suo completamento, nei primi decenni del Duecento, la cappella venne dotata del pronao d’ingresso, caratterizzato da un portale con arco bicromo che riprendeva il tema decorativo della chiesa circolare.

La spada nella Roccia - Eremo di Montesiepi
La spada nella Roccia - Eremo di Montesiepi

Nel corso del Trecento, l’eremo fu ampliato con una nuova cappella a pianta rettangolare, impreziosita dagli affreschi del celebre pittore senese Ambrogio Lorenzetti, autore del ciclo di affreschi dedicati all’Allegoria e agli effetti del Buono e del Cattivo Governo, realizzati per il Palazzo Pubblico di Siena. Tra le scene raffigurate all'interno dell'Eremo di Montesiepi spicca una straordinaria Madonna in Maestà, dove è possibile notare Eva con una pelle di capra sulle spalle (simbolo della lussuria), mentre con una mano sorregge un fico (simbolo del peccato), e con l'altra mostra un cartiglio che spiega la morale della scena. Grazie a recenti restauri, è emerso che la versione originale dell’opera era leggermente diversa: la Madonna impugnava nella mano sinistra uno scettro e, sulla destra, invece del bambino, recava un globo, simbolo di potere generalmente riferito agli uomini; una scelta che in seguito venne modificata dal pittore senese Niccolò di Segna per adeguarsi agli schemi figurativi tradizionali.

Intorno alla metà del Cinquecento la struttura subì alcune trasformazioni: il tetto in piombo della chiesa, che era stato venduto, venne sostituito dall’attuale tamburo in mattoni sormontato da una lanterna. Gli edifici addossati alla cappella si svilupparono inglobando e ampliando le strutture del primitivo insediamento monastico; definite ulteriormente nel Settecento, conferirono alla struttura l’aspetto attuale.

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