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Chiesa di San Martino a Chiusdino

church
Chiese

Antico luogo di culto che racconta secoli di storia e di trasformazioni

Tra i caratteristici vicoli in pietra di Chiusdino sorge la Chiesa tardoromanica di San Martino. Le prime attestazioni della sua esistenza risalgono al XII secolo, sebbene la data esatta della sua costruzione non sia nota e le origini siano verosimilmente più antiche. Citata per la prima volta nel 1165 come ecclesia Sancti Jacobi et Martini iuxta muros de Cluslino, cioè presso le mura di Chiusdino, la chiesa ha subito nel tempo interventi architettonici che ne hanno modificato l'aspetto originario. Oggi si presenta con una semplice facciata in pietra; il portale, leggermente spostato rispetto al centro della parete, è sormontato da una lunetta semicircolare e una finestra quadrangolare.

Inizialmente l'edificio era più piccolo e meno elevato rispetto a oggi, con la porta in posizione centrale sulla facciata e, forse, terminante con un’abside semicircolare.
La chiesa era di pertinenza dei monaci benedettini dell’abbazia di Santa Maria della Neve, o di Serena, un antichissimo monastero istituito dai conti della Gherardesca all’inizio dell’XI secolo, che sorgeva sulle pendici meridionali del colle di Chiusdino e di cui oggi non rimane riconoscibile che il perimetro degli edifici. 
Agli inizi del 1196 papa Celestino III decretò il passaggio dell’abbazia dall’ordine benedettino a quello vallombrosano: la chiesa dei Santi Giacomo e Martino ne seguì le sorti.
Nel corso del tempo, l'arrivo dei monaci vallombrosani portò ad un ampliamento significativo della chiesa e dei locali annessi, che furono trasformati in un ampio monastero.

La comunità vallombrosana di San Martino in Chiusdino ebbe un rapporto molto stretto con la comunità civile. All’abate era affidata la custodia della cassetta in cui erano conservati il sigillo della comunità ed i bossoli contenenti i nomi degli eleggibili agli uffici e alle magistrature locali; lo stesso rito dell’imbossolamento avveniva nella chiesa di San Martino, alla presenza dell’abate, la seconda domenica di giugno di ogni anno.

Il monastero attraversò lunghi periodi di crisi tra il XVI e il XVIII secolo, dovuti a guerre, epidemie e difficoltà economiche. Nel Settecento, la chiesa fu sottoposta a un rinnovamento per adeguarla alla moda del periodo, con l’apposizione di decorazioni murali a stucco che le conferirono l’aspetto fastoso che conservò fino agli anni Settanta del Novecento. 

Nel 1785, per decreto del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, l’abbazia di San Martino di Chiusdino fu soppressa, i religiosi trasferiti nel monastero di San Vigilio a Siena e la parrocchia incorporata alla prepositura di San Michele Arcangelo di Chiusdino.

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