Le fiascaie si riunivano spesso in piccoli gruppi, per farsi compagnia e percepire meno i disagi di un lavoro duro. Luoghi designati erano i fondi a piano terra delle abitazioni, dove la “sala” si manteneva umida, ma – come ricorda un testimone - in un “ambiente malsano, pieno di animali e insetti di ogni tipo”.
Le fiascaie solo il simbolo di una tradizione di lavoro a domicilio molto diffusa in passato nell’Empolese Valdelsa e a loro è dedicata una mostra a Castelfiorentino e un serie di iniziative che si terranno fino a giugno nel Monastero di Santa Maria della Marca.
La mostra sarà inaugurata il 10 marzo, a conclusione di un incontro di presentazione alla Chiesa di Santa Maria della Marca (ore 15.30), durante il quale sono previsti anche racconti e testimonianze su aspetti e aneddoti di un’esperienza vissuta da tante famiglie di Castelfiorentino.
Il 4 maggio è in programma una giornata dedicata ai “ricordi personali”: foto private, la tipica “sala” (la materia prima), ma anche i piccoli strumenti di lavoro come gli “aghi” che venivano utilizzati per il rivestimento dei fiaschi. Personale esperto darà a dimostrazioni dal vivo. Il tutto rimarrà in esposizione fino al 26 maggio.
Conclusione del progetto il 7 giugno al Ridotto del Teatro del Popolo, con una riflessione a tutto tondo e le relazioni di storici autorevoli. Interverranno Laura Cantini (parlamentare ed ex Sindaco, cui si deve la realizzazione nel 2005 di un monumento alle fiascaie, opera di Salvatore Cipolla), Antonio Casali (ricercatore indipendente), Giovanni Contini (Presidente dell’Istituto della Resistenza di Pistoia), Alessandra Pescarolo (studiosa di storia contemporanea, già dirigente IRPET).
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