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Da Altopascio inizia una tappa di 29,53 km che si percorrono in meno di 6 ore. Nella parte iniziale del percorso, a Galleno, si cammina sul selciato dell'antica Via Francigena. Si superano poi le colline delle Cerbaie, selvagge e deserte, per dirigersi verso Ponte a Cappiano, col ponte mediceo recentemente restaurato. Da qui lungo l'argine del canale Usciana si attraversa un'antica palude ora bonificata e si risale verso il centro storico di Fucecchio. Superato l'Arno, se ne percorre l'argine e in breve si giunge a San Miniato, il potente e ricco borgo medievale tuttora perfettamente conservato.

Acqua e punti di ristoro a Chimenti, Galleno, Ponte a Cappiano e Fucecchio.

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Partenza:
Altopascio
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Arrivo:
San Miniato
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Percorribilità:
a piedi, in mountain bike
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Lunghezza totale:
29,53 km
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Cosa vedere
prima
meta
Fucecchio
Fucecchio

Il riccio di pastorale in avorio della fine del XII secolo è un elemento strettamente legato alla nascita della cittadina, tanto che ad esso è ispirato il logo del museo di Fucecchio dove è conservato ed esposto. L'oggetto è tradizionalmente attribuito all'abate San Pietro Igneo (+1089) e, insieme ai più tardi baculo e mitria che l'accompagnano, è sempre stato custodito nell'Abbazia di San Salvatore di Fucecchio, ricostruita dopo il 1106 nell'attuale ubicazione. L'Abbazia fu fondata dai conti Cadolingi trasformando la Chiesa esistente dal X secolo presso il "guado del Cigno" che permetteva alla via Romea l'attraversamento dell'Arno. Qui, nel 1068, il monaco vallombrosano Pietro fu inviato come abate da Giovanni Gualberto, di cui fu uno dei primi seguaci, e nel 1085 ottenne da Papa Gregorio VII che la stessa Abbazia fosse sottoposta direttamente al soglio di Pietro. L'attributo "Igneo" è riferito all'ordalia avvenuta nel 1068 nell'abbazia di San Salvatore a Settimo, anch'essa fondata dai Cadolingi, contro il vescovo di Firenze, Pietro Mezzabarba, accusato di simonia.

seconda
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Castelfranco di Sotto
Castelfranco di Sotto

In posizione baricentrica sulle colline delle Cerbaie, l'abitato di Galleno corrisponde alla Grasse Geline rammentata da Filippo Augusto di Francia nel viaggio di ritorno dalla terza crociata (1191) come tappa intermedia tra l'Arno nero, cioè il fiume Gusciana presso Cappiano, e Altopascio. Qui nel secolo XI è documentata una curtis dei conti Cadolingi che, all'estinguersi della famiglia, sarà contesa dal vescovo di Lucca e dall'ospedale d'Altopascio allo scopo di attestarsi lungo un importante itinerario. Almeno dal 1418, il confine tra i comuni di Castelfranco e Fucecchio corre in corrispondenza del fossato del castello di Galleno e lungo un tratto di strada selciata tardomedievale, ricostruzione di una strada più antica in ghiaia, identificata in profondità e corrispondente al tracciato della via Francigena percorso dal sovrano francese. La conservazione della strada selciata è dovuta alla sua sottrazione al traffico, causata dal declassamento del tronco, dopo la costruzione della Via Regia Traversa di Valdinievole nel XVIII secolo. Qui da visitare sono i musei archeologici di Castelfranco e Orentano.

arrivo
San Miniato
San Miniato

Per il controllo strategico che esercitava sulla via Francigena, la Rocca di San Miniato fu inserita dagli imperatori Svevi, fino dall'XI secolo, nel loro sistema difensivo e fu oggetto di cura e di successivi ampliamenti. La Rocca, completata all'inizio del ‘200, costituisce il baluardo più importante della fortezza ultimata da Federico II che vi insediò una stabile guarnigione e vi soggiornò lui stesso più volte. Dall'alto della Rocca, oggi munita di potenti cannocchiali, si può osservare l'incrocio della via Francigena con la strada romana che da Pisa va a Firenze. Dalla Rocca si intravedere anche il sito archeologico di San Genesio (posto nel territorio comunale di San Miniato) indicato come stazione di sosta sulla Francigena da numerosi viaggiatori nel corso del Medioevo (come dimostra l'esposizione di reperti dello scavo visitabile presso la Torre degli Stipendiari, in via Conti).

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