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Itinerari
Cinque giorni in Lucchesia tra ville, vigneti e terme

Un viaggio tra natura, sapori e storia, dalle camelie di Capannori alla Via Francigena ad Altopascio

Splendide ville nobiliari, giardini segreti dove fioriscono le camelie più rare d'Italia e ancora terme dove rilassarsi, borghi immersi tra colline e vigneti dove fermarsi per un calice di vino o percorrere un tratto della Via Francigena. Sono tantissime le ricchezze della Lucchesia e della Valle del Serchio, due territori che abbracciano la città di Lucca e sono perfetti per chi sogna una vacanza dai ritmi lenti, che comprenda tesori artistici e storici ma anche natura e relax.
Vi proponiamo un percorso di 5 giorni, che comprende i tesori più conosciuti ma anche le perle nascoste di un territorio ricchissimo di storia e tradizioni, anche culinarie.

1.
primo giorno
I tesori dentro le Mura di Lucca

Partiamo alla scoperta di Lucca, la splendida città fortificata che conserva intatta la sua maestosa cinta muraria, con ben 10 baluardi rimasti integri: la passeggiata sopra le Mura è lunga 4 chilometri, immersa nel verde, e consente di gettare uno sguardo dall'alto sul centro storico.

Un giorno a Lucca, chiamata anche la città delle cento chiese, non può prescindere dai suoi luoghi di culto più belli. Partiamo dal Duomo di San Martino, un tempo punto di ristoro per i pellegrini lungo la Via Francigena, che al suo interno conserva un vero tesoro: la splendida statua di Ilaria del Carretto, principessa lucchese morta giovanissima di parto, scolpita nel marmo candido da Jacopo della Quercia.

Per una sosta rifocillante veloce si possono assaggiare le specialità lucchesi, come la zuppa di farro e legumi e il Buccellato, un dolce ricco di anice, uva passa e canditi che è assolutamente tipico della città.

Il percorso prosegue in Piazza dell'Anfiteatro, che conserva la forma circolare dell'antico anfiteatro romano su cui è stata edificata, e da lì fino alla Basilica di San Frediano, capolavoro del romanico con uno splendido mosaico sulla facciata che raffigura il Cristo Redentore.
Infine dopo una visita alla Chiesa di San Michele in Foro, la giornata si conclude con un tramonto da favola sopra la Torre Guinigi, alta ben 45 metri che sulla cima riserva una piccola sopresa: un vero giardino nel cielo, dove svettano sette lecci.

Partiamo alla scoperta di Lucca, la splendida città fortificata che conserva intatta la sua maestosa cinta muraria, con ben 10 baluardi rimasti integri: la passeggiata sopra le Mura è lunga 4 chilometri, immersa nel verde, e consente di gettare uno sguardo dall'alto sul centro storico.

Un giorno a Lucca, chiamata anche la città delle cento chiese, non può prescindere dai suoi luoghi di culto più belli. Partiamo dal Duomo di San Martino, un tempo punto di ristoro per i pellegrini lungo la Via Francigena, che al suo interno conserva un vero tesoro: la splendida statua di Ilaria del Carretto, principessa lucchese morta giovanissima di parto, scolpita nel marmo candido da Jacopo della Quercia.

Per una sosta rifocillante veloce si possono assaggiare le specialità lucchesi, come la zuppa di farro e legumi e il Buccellato, un dolce ricco di anice, uva passa e canditi che è assolutamente tipico della città.

Il percorso prosegue in Piazza dell'Anfiteatro, che conserva la forma circolare dell'antico anfiteatro romano su cui è stata edificata, e da lì fino alla Basilica di San Frediano, capolavoro del romanico con uno splendido mosaico sulla facciata che raffigura il Cristo Redentore.
Infine dopo una visita alla Chiesa di San Michele in Foro, la giornata si conclude con un tramonto da favola sopra la Torre Guinigi, alta ben 45 metri che sulla cima riserva una piccola sopresa: un vero giardino nel cielo, dove svettano sette lecci.

2.
Secondo Giorno
A Capannori tra ville e camelie

Ci spostiamo in campagna per scoprire alcune tra le ville più belle della Lucchesia, che si trovano a Capannori. 
Partiamo dalla Villa Reale di Marlia, che appartenne a Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e signora prima di Lucca, poi della Toscana: fu lei nell'Ottocento a dare alla villa l'attuale aspetto. Splendido il parco di 16 ettari, dove si trova il famoso Teatro di Verzura, impiantato nel 1652 e formato da siepi di tasso, dove si esibì anche Paganini, senza dimenticare l'elegante giardino all'italiana e quello dei limoni, con oltre 200 vasi di agrumi. 

Da non perdere anche Villa Torrigiani che si trova nel borgo di Camigliano, una lussuosa costruzione del Cinquecento ispirata alla Reggia di Versailles, con spettacolari giochi d'acqua, grotte e giardini fioriti di camelie.

Le camelie sono state coltivate in Lucchesia sin dal Settecento
dalle famiglie nobili, per questo ancora oggi il territorio è ricco di centinaia di varietà, anche molto rare. In particolare i paesi di Pieve e Sant’Andrea di Compito, sempre nel comune di Capannori, formano il borgo delle camelie: qui si possono ammirare tantissime piante di camelie dei più svariati colori e sfumature e visitare il Camellietum Compitese, un giardino unico in Italia aperto su prenotazione e in occasione della Mostra Antiche Camelie della Lucchesia, che si tiene nel mese di marzo.

Ci spostiamo in campagna per scoprire alcune tra le ville più belle della Lucchesia, che si trovano a Capannori. 
Partiamo dalla Villa Reale di Marlia, che appartenne a Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e signora prima di Lucca, poi della Toscana: fu lei nell'Ottocento a dare alla villa l'attuale aspetto. Splendido il parco di 16 ettari, dove si trova il famoso Teatro di Verzura, impiantato nel 1652 e formato da siepi di tasso, dove si esibì anche Paganini, senza dimenticare l'elegante giardino all'italiana e quello dei limoni, con oltre 200 vasi di agrumi. 

Da non perdere anche Villa Torrigiani che si trova nel borgo di Camigliano, una lussuosa costruzione del Cinquecento ispirata alla Reggia di Versailles, con spettacolari giochi d'acqua, grotte e giardini fioriti di camelie.

Le camelie sono state coltivate in Lucchesia sin dal Settecento
dalle famiglie nobili, per questo ancora oggi il territorio è ricco di centinaia di varietà, anche molto rare. In particolare i paesi di Pieve e Sant’Andrea di Compito, sempre nel comune di Capannori, formano il borgo delle camelie: qui si possono ammirare tantissime piante di camelie dei più svariati colori e sfumature e visitare il Camellietum Compitese, un giardino unico in Italia aperto su prenotazione e in occasione della Mostra Antiche Camelie della Lucchesia, che si tiene nel mese di marzo.

3.
terzo giorno
A Montecarlo tra vigneti e cantine

Il terzo giorno lo dedichiamo a scoprire e degustare un angolo unico delle colline lucchesi: lo splendido borgo di Montecarlo, premiato dal Touring Club con la Bandiera Arancione, un marchio di alta qualità turistico-ambientale.
Il paese sorge in cima a un colle da cui si domina tutta la vallata, immerso tra uliveti e vigneti dove si coltiva il rinomato Montecarlo DOC, che può essere sia bianco che rosso.

Qui si può passeggiare per i vicoli del borgo, degustare ottimi calici di vino facendo una visita guidata nelle fattorie e nelle aziende vitivinicole locali oppure seduti al tavolo di una enoteca. L'occasione è perfetta anche per assaggiare i piatti della cucina lucchese, come il coniglio in umido oppure la farinata, la zuppa di fagioli borlotti e cavolo nero, senza dimenticare la Torta co' becchi, un dolce di pasta frolla ripieno di spezie ed erbe dolci.

Il terzo giorno lo dedichiamo a scoprire e degustare un angolo unico delle colline lucchesi: lo splendido borgo di Montecarlo, premiato dal Touring Club con la Bandiera Arancione, un marchio di alta qualità turistico-ambientale.
Il paese sorge in cima a un colle da cui si domina tutta la vallata, immerso tra uliveti e vigneti dove si coltiva il rinomato Montecarlo DOC, che può essere sia bianco che rosso.

Qui si può passeggiare per i vicoli del borgo, degustare ottimi calici di vino facendo una visita guidata nelle fattorie e nelle aziende vitivinicole locali oppure seduti al tavolo di una enoteca. L'occasione è perfetta anche per assaggiare i piatti della cucina lucchese, come il coniglio in umido oppure la farinata, la zuppa di fagioli borlotti e cavolo nero, senza dimenticare la Torta co' becchi, un dolce di pasta frolla ripieno di spezie ed erbe dolci.

4.
quarto giorno
Relax alle terme di Bagni di Lucca

Quarto giorno all'insegna del relax a Bagni di Lucca, il borgo nella Valle del Serchio celebre sin dai tempi dei romani per le sue sorgenti termali e curative che nell'Ottocento fu frequentato da nobili e artisti da tutta Europa, come Byron, Shelley, Strauss, Dumas e molti altri.

Per arrivarci passiamo da Borgo a Mozzano, dove si può ammirare il Ponte della Maddalena detto Ponte del Diavolo, celebre per il suo profilo originale con la grande arcata a tutto sesto affiancata da tre arcate più piccoli, edificato secondo la leggenda locale da Satana in persona.

Alle Terme di Bagni di Lucca è possibile rigenerarsi in due complessi termali, Jean Varraud e Casa Boccella, immergersi nelle piscine di acqua calda, regalarsi trattamenti e massaggi al centro benessere Ouida, ma anche depurarsi in due splendide grotte naturali: Grotta Grande e Grotta Paolina, dove il vapore è benefico per la pelle e la circolazione.

 

 

Quarto giorno all'insegna del relax a Bagni di Lucca, il borgo nella Valle del Serchio celebre sin dai tempi dei romani per le sue sorgenti termali e curative che nell'Ottocento fu frequentato da nobili e artisti da tutta Europa, come Byron, Shelley, Strauss, Dumas e molti altri.

Per arrivarci passiamo da Borgo a Mozzano, dove si può ammirare il Ponte della Maddalena detto Ponte del Diavolo, celebre per il suo profilo originale con la grande arcata a tutto sesto affiancata da tre arcate più piccoli, edificato secondo la leggenda locale da Satana in persona.

Alle Terme di Bagni di Lucca è possibile rigenerarsi in due complessi termali, Jean Varraud e Casa Boccella, immergersi nelle piscine di acqua calda, regalarsi trattamenti e massaggi al centro benessere Ouida, ma anche depurarsi in due splendide grotte naturali: Grotta Grande e Grotta Paolina, dove il vapore è benefico per la pelle e la circolazione.

 

 

5.
quinto giorno
Ad Altopascio lungo la Via Francigena

Sono sempre di più i viandanti che ogni anno si mettono in cammino lungo la Via Francigena, la strada di pellegrinaggio che nel Medioevo collegava Canterbury a Roma e oggi è un percorso affascinante nella storia e nella natura, che attraversa tutta la Toscana.
La Francigena passava anche da Lucca e da lì proseguiva per Altopascio, dove già nell'anno Mille esisteva l'Ospedale dei Cavalieri del Tau, che accoglieva i pellegrini.
Oggi si può visitare la Chiesa di San Jacopo, che era il quartiere generale dei Cavalieri, e conserva uno splendido portale e timpano in stile romanic: all'interno si può ammirare un affresco che raffigura proprio San Jacopo con il bastone del pellegrino e la conchiglia sul petto.
Il viaggio si conclude con un pranzo a base di delizie locali, tra cui non può mancare il celebre Pane di Altopascio, prodotto senza lievito, morbido dentro e croccante fuori, da accompagnare con un salume lucchese come il Biroldo. Per dolce da non perdere il Castagnaccio, che si cucina con la farina di castagne della Garfagnana.

Sono sempre di più i viandanti che ogni anno si mettono in cammino lungo la Via Francigena, la strada di pellegrinaggio che nel Medioevo collegava Canterbury a Roma e oggi è un percorso affascinante nella storia e nella natura, che attraversa tutta la Toscana.
La Francigena passava anche da Lucca e da lì proseguiva per Altopascio, dove già nell'anno Mille esisteva l'Ospedale dei Cavalieri del Tau, che accoglieva i pellegrini.
Oggi si può visitare la Chiesa di San Jacopo, che era il quartiere generale dei Cavalieri, e conserva uno splendido portale e timpano in stile romanic: all'interno si può ammirare un affresco che raffigura proprio San Jacopo con il bastone del pellegrino e la conchiglia sul petto.
Il viaggio si conclude con un pranzo a base di delizie locali, tra cui non può mancare il celebre Pane di Altopascio, prodotto senza lievito, morbido dentro e croccante fuori, da accompagnare con un salume lucchese come il Biroldo. Per dolce da non perdere il Castagnaccio, che si cucina con la farina di castagne della Garfagnana.

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