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Tappa fra le più suggestive ma anche fra le più lunghe, la numero 32 si snoda per oltre 30 chilometri tra colline, poggi e boschetti che ritmano di biodiversità e paesaggi rurali la campagna toscana più bella. Un itinerario che collega due affascinanti borghi medievali noti in tutto il mondo, San Gimignano e Monteriggioni, e intercetta a circa metà del percorso un'altra splendida perla storica, Colle Val d'Elsa, cittadina vivace dove pernottare e fare tappa intermedia per chi volesse dividere in due parti la tappa.

Ripartiti da Colle Val d'Elsa ci si immerge nel parco fluviale "Sentierelsa", per poi raggiungere il grazioso abitato di Strove e il complesso monumentale di Abbadia a Isola (sede di uno storico e accogliente ostello), un altro gioiello medievale che fa da preludio all'arrivo a Monteriggioni, le cui mura e l'inconfondibile corona di torri, che si iniziano a intravedere in lontananza, dominano la collina.

L'acqua e i punti di ristoro lungo il cammino sono disponibili presso i centri abitati.

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Partenza:
San Gimignano
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Arrivo:
Monteriggioni
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Percorribilità:
a piedi
directions
Lunghezza totale:
31 km
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Cosa vedere
partenza
San Gimignano
Via Francigena in Toscana
San Gimignano

L'area archeologica di Aiano-Torraccia di Chiusi è nota fin dall'inizio del secolo XX per aver restituito materiali di periodo romano inquadrabili tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C. Successive indagini, compiute nell'ultimo trentennio dello stesso secolo, hanno portato all'individuazione di una struttura romana, che le ricerche condotte dal 2005 da una équipe italo-belga dell'Université Catholique de Louvain hanno definito in modo preciso: si tratta di una villa della ricca aristocrazia romana in uso tra il IV ed il VI secolo d.C., con successivi reimpieghi e rifunzionalizzazioni fino alla seconda metà del VII secolo d.C. L'importanza della struttura, oltre che per l'attestazione di una forte e prestigiosa presenza romana in età tardo-antica, sta soprattutto nella posizione lungo il corso del torrente Foci, in un'area già da tempo indicata come possibile localizzazione della XVIII submansio incontrata da Sigerico nel suo viaggio da Roma a Canterbury (Sce Martin in Fosse).

prima
meta
Il territorio di Colle Val d'Elsa
Il territorio di Colle Val d'Elsa

A Colle Val d'Elsa si trova la necropoli di Dometaia, che è stata oggetto di ricerche fin dalla fine del XIX secolo, quando il marchese Bonaventura Chigi Zondadari intraprese alcune campagne di scavo che portarono alla luce un importante sepolcreto dell'Etruria settentrionale interna, molto vicino alla Via Francigena e utilizzato tra la metà del VI secolo a.C. e la fine del I secolo d.C. Sono state scavate circa 40 tombe, di varia tipologia: tombe ipogee, tombe a camera semplice, "a nicchiotto", "a catino" e "a fossa". Da visitare il Museo archeologico "Ranuccio Bianchi Bandinelli" che raccoglie materiale in gran parte etrusco e romano proveniente dalla Valdelsa. Tra i reperti in mostra: un vaso, trovato in una tomba della necropoli di Dometaia, probabilmente impiegato durante le cerimonie simposiali, date le immagini di natura dionisiaca ivi rappresentate. Si attesta quindi come l'alta Val d'Elsa fosse percorsa, già in epoca etrusca, da importanti direttrici di collegamento, ricalcate poi dalla Via Francigena.

arrivo
Monteriggioni
Monteriggioni

Situata a circa 4 km da Monteriggioni, l'abbazia di San Salvatore all'Isola venne fondata nel 1001 dalla contessa Ava, della famiglia dei signori di Staggia. Il monastero fu edificato presso la località di Borgonuovo, lungo il percorso della Via Francigena e divenne luogo di ospitalità per pellegrini e viandanti. Restano oggi la bella chiesa romanica (in gran parte del XII secolo), il cui doppio portale di facciata è un probabile richiamo simbolico all'analogo schema adottato nel Santo Sepolcro di Gerusalemme, e i locali monastici che ospitano una foresteria per i moderni pellegrini. Lungo il percorso della Via Francigena sorge l'Eremo di San Leonardo al Lago, così ricordato negli antichi documenti per la presenza di un lago prosciugato nel XVIII secolo. La presenza di notevoli personalità religiose locali, tra cui il beato Agostino Novello, contribuì a trasformarlo in meta di pellegrinaggio.

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