
Mugello: il Passo della Raticosa
Il principe delle salite dell'Appennino
DATI TECNICI:
Partenza/arrivo: Firenzuola/Passo della Raticosa
Lunghezza: 12,9 km
Durata: 1 ora circa
Dislivello: 546 mt
Difficoltà: impegnativo
Fondo stradale: montano/asfalto
Tipologia di percorso: ciclisti sportivi
Il Passo della Raticosa è certamente uno dei più celebri passi appenninici. Da più di 300 anni unisce Firenze a Bologna e fino alla costruzione dell’Autostrada del Sole è stato il collegamento stradale principale fra le due città. Ma adesso è molto noto e molto frequentato soprattutto da motociclisti e pedalatori che lo affrontano da vari versanti. Quello qui descritto è certamente uno dei più impegnativi.
Uscendo dal borgo di Firenzuola si imbocca la provinciale 503 in direzione di Bologna risalendo il corso del fiume Santerno. Dopo 1,5 km di saliscendi poco significativi, in prossimità di un bivio, inizia la salita vera e propria. Le prime rampe sono subito molto dure, intorno al 10% di pendenza. Un po’ per la durezza della salita, un po’ per il fatto che si snoda tutta allo scoperto con i connessi rischi di vento forte o di solleone, è difficile poter apprezzare la strada ampia, l’asfalto in ottime condizioni e soprattutto lo splendido scenario della valle del Santerno e delle vette appenniniche. Per fortuna in località Collina (km. 3,5) questo tratto termina con 500 metri di leggera discesa, ma successivamente la salita riprende di nuovo impegnativa. In questo tratto si trovano infatti pendenze superiori al 10%. Anche nella frazione di Pagliana (km. 5,8, 730 mslm) la strada non smette di salire fino a giungere, al chilometro 7,1, al bivio con la strada regionale 65.
Si svolta a destra ma per altri 2 chilometri si procede in salita finché, in prossimità di una fonte, la strada spiana ed iniziano una serie di saliscendi che conducono prima alla frazione di La Mazzetta (km. 10,4) a cui segue una vera e propria discesa fino all’abitato di Pietramala (fonte sulla destra). Qui inizia l’ultimo sforzo. 1500 metri di salita molto dura (9 – 10%) che però ci conducono finalmente al Passo della Raticosa (km. 12,9) posto a quota 968 metri sul livello del mare.
Per tornare a Firenzuola si può fare la strada a ritroso magari arrivando sino al Passo della Futa e scendendo poi nella Valle del Santerno da Cornacchiaia (37 chilometri in totale). Alternativamente si può proseguire verso Piancaldoli e rientrare a Firenzuola via Caburaccia e Peglio (38 chilometri in un paesaggio davvero suggestivo), oppure, arrivando fino a Piancaldoli, e da qui a Castel del Rio, risalire il corso del Santerno (circa 60 chilometri).
Infine, proseguendo dal Passo della Raticosa verso Bologna e svoltando dopo circa 5 chilometri verso Piamaggio, si può giungere al lago di Castel dell’Alpi, costeggiarlo e da qui (non ci sono però molte indicazioni, quindi chiedete!) risalire verso Valdirosa e Montefreddi affrontando così il valico asfaltato più alto di tutto il Mugello, a quota 1.131 mt, che rientra sulla strada regionale 65 in località La Mazzetta.
Partenza/arrivo: Firenzuola/Passo della Raticosa
Lunghezza: 12,9 km
Durata: 1 ora circa
Dislivello: 546 mt
Difficoltà: impegnativo
Fondo stradale: montano/asfalto
Tipologia di percorso: ciclisti sportivi
Il Passo della Raticosa è certamente uno dei più celebri passi appenninici. Da più di 300 anni unisce Firenze a Bologna e fino alla costruzione dell’Autostrada del Sole è stato il collegamento stradale principale fra le due città. Ma adesso è molto noto e molto frequentato soprattutto da motociclisti e pedalatori che lo affrontano da vari versanti. Quello qui descritto è certamente uno dei più impegnativi.
Uscendo dal borgo di Firenzuola si imbocca la provinciale 503 in direzione di Bologna risalendo il corso del fiume Santerno. Dopo 1,5 km di saliscendi poco significativi, in prossimità di un bivio, inizia la salita vera e propria. Le prime rampe sono subito molto dure, intorno al 10% di pendenza. Un po’ per la durezza della salita, un po’ per il fatto che si snoda tutta allo scoperto con i connessi rischi di vento forte o di solleone, è difficile poter apprezzare la strada ampia, l’asfalto in ottime condizioni e soprattutto lo splendido scenario della valle del Santerno e delle vette appenniniche. Per fortuna in località Collina (km. 3,5) questo tratto termina con 500 metri di leggera discesa, ma successivamente la salita riprende di nuovo impegnativa. In questo tratto si trovano infatti pendenze superiori al 10%. Anche nella frazione di Pagliana (km. 5,8, 730 mslm) la strada non smette di salire fino a giungere, al chilometro 7,1, al bivio con la strada regionale 65.
Si svolta a destra ma per altri 2 chilometri si procede in salita finché, in prossimità di una fonte, la strada spiana ed iniziano una serie di saliscendi che conducono prima alla frazione di La Mazzetta (km. 10,4) a cui segue una vera e propria discesa fino all’abitato di Pietramala (fonte sulla destra). Qui inizia l’ultimo sforzo. 1500 metri di salita molto dura (9 – 10%) che però ci conducono finalmente al Passo della Raticosa (km. 12,9) posto a quota 968 metri sul livello del mare.
Per tornare a Firenzuola si può fare la strada a ritroso magari arrivando sino al Passo della Futa e scendendo poi nella Valle del Santerno da Cornacchiaia (37 chilometri in totale). Alternativamente si può proseguire verso Piancaldoli e rientrare a Firenzuola via Caburaccia e Peglio (38 chilometri in un paesaggio davvero suggestivo), oppure, arrivando fino a Piancaldoli, e da qui a Castel del Rio, risalire il corso del Santerno (circa 60 chilometri).
Infine, proseguendo dal Passo della Raticosa verso Bologna e svoltando dopo circa 5 chilometri verso Piamaggio, si può giungere al lago di Castel dell’Alpi, costeggiarlo e da qui (non ci sono però molte indicazioni, quindi chiedete!) risalire verso Valdirosa e Montefreddi affrontando così il valico asfaltato più alto di tutto il Mugello, a quota 1.131 mt, che rientra sulla strada regionale 65 in località La Mazzetta.
In bicicletta
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Itinerario
In bici tra terme e vigneti nelle Crete senesi
Un itinerario nella natura con tappe rilassanti alle terme

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