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Itinerari
Un itinerario a cavallo nel parco dei Monti Livornesi

In un colpo d' occhio un panorama unico tra storia e natura

Un itinerario perfetto all'interno del Parco dei Monti Livornesi, da percorrere a cavallo, ma anche a piedi, per scoprire un paradiso incontaminato tra macchia mediterranea, ville e siti storici.

1.
Prima tappa
Nella lecceta millenaria

Si parte da Valle Benedetta, esattamente dal cancello che si incontra venendo dall'Eremo della Sambuca. Sulla sinistra sono visibili i resti di un mulino a vento, mentre a destra si può osservare il Poggio ai Frati sormontato da un evidente radar noto come il "pallone". Si aggira a mezzacosta il Poggio ai Frati passando nei pressi del podere Pianone, si scende fino alla sorgente del torrente Morra, immerso in una lecceta millenaria e incanalato nel settecentesco Acquedotto Leopoldino e si lambiscono due vecchi mulini che sfruttavano le acque del torrente Morra prima dell’arrivo dell’acquedotto. Prima della sorgente, dopo il podere Pianone, si trova il bivio a destra da cui parte la variante panoramica in località Fociarella.

Si parte da Valle Benedetta, esattamente dal cancello che si incontra venendo dall'Eremo della Sambuca. Sulla sinistra sono visibili i resti di un mulino a vento, mentre a destra si può osservare il Poggio ai Frati sormontato da un evidente radar noto come il "pallone". Si aggira a mezzacosta il Poggio ai Frati passando nei pressi del podere Pianone, si scende fino alla sorgente del torrente Morra, immerso in una lecceta millenaria e incanalato nel settecentesco Acquedotto Leopoldino e si lambiscono due vecchi mulini che sfruttavano le acque del torrente Morra prima dell’arrivo dell’acquedotto. Prima della sorgente, dopo il podere Pianone, si trova il bivio a destra da cui parte la variante panoramica in località Fociarella.

2.
Seconda tappa
Tra siti storici d'epoca romana

Giunti al "crocino", punto di riferimento per orientarsi correttamente, si attraversa la strada asfaltata Colognole - Valle Benedetta - Livorno, arrivando al cimitero di Colognole, antica fortezza romana a guardia della Via Emilia: qui si apre una bella vista sulla valle del Morra. Si prosegue piegando a destra e tornando nel bosco dove si guada il torrente Savolano. Usciti sulla strada provinciale Via di Popogna e percorsi 200 metri su asfalto in direzione di Livorno, giunti all'edicola votiva, si prende a sinistra imboccando la vecchia Strada Livornese che conduce in discesa davanti al cimitero del Gabbro in località Le Pescine. Attraversata nuovamente la Via di Popogna si aggira il cimitero rientrando nella macchia sulla Via della Sassicaia, l'antica strada per Collesalvetti che transita per Toricchi, altro sito d'epoca romana. Giunti nei pressi di un'altra edicola votiva, si può raggiungere sulla sinistra (circa 200 metri) la Fonte di Ricaldo, utilizzata anche come lavatoio dalle donne del Gabbro fino agli anni '50. 

Giunti al "crocino", punto di riferimento per orientarsi correttamente, si attraversa la strada asfaltata Colognole - Valle Benedetta - Livorno, arrivando al cimitero di Colognole, antica fortezza romana a guardia della Via Emilia: qui si apre una bella vista sulla valle del Morra. Si prosegue piegando a destra e tornando nel bosco dove si guada il torrente Savolano. Usciti sulla strada provinciale Via di Popogna e percorsi 200 metri su asfalto in direzione di Livorno, giunti all'edicola votiva, si prende a sinistra imboccando la vecchia Strada Livornese che conduce in discesa davanti al cimitero del Gabbro in località Le Pescine. Attraversata nuovamente la Via di Popogna si aggira il cimitero rientrando nella macchia sulla Via della Sassicaia, l'antica strada per Collesalvetti che transita per Toricchi, altro sito d'epoca romana. Giunti nei pressi di un'altra edicola votiva, si può raggiungere sulla sinistra (circa 200 metri) la Fonte di Ricaldo, utilizzata anche come lavatoio dalle donne del Gabbro fino agli anni '50. 

3.
Terza tappa
Le ville lungo l'ippovia

Dall'edicola invece l'ippovia prosegue sulla destra affacciandosi sulla vallata e soprattutto verso la villa settecentesca della famiglia Finocchietti e, sulla sinistra, verso la Villa Poggiopiano, nota per i dipinti di Silvestro Lega e altri macchiaioli ospitati dalle sorelle Bandini. In questo punto l'ippovia transita vicino al punto tappa (ristoro e alloggio) Il Mandorlo. Si prosegue sulla strada che nel Medioevo collegava Rosignano Marittimo con Pisa passando per vari eremi tra cui quello della Sambuca. Poco dopo si transita nei pressi di Villa Nardi dove si può vedere il noto "muro di Beppe" in cui sono stati rinvenuti interessanti fossili tra le pietre calcaree. In seguito si attraversa il torrente Sanguigna caratterizzato dalla presenza di 5 antichi mulini ad acqua. L'ippovia transita ora presso il Podere delle Porcarecce, luogo dove in epoca medievale sorgeva il borgo di Contrino con la pieve di San Michele

Dall'edicola invece l'ippovia prosegue sulla destra affacciandosi sulla vallata e soprattutto verso la villa settecentesca della famiglia Finocchietti e, sulla sinistra, verso la Villa Poggiopiano, nota per i dipinti di Silvestro Lega e altri macchiaioli ospitati dalle sorelle Bandini. In questo punto l'ippovia transita vicino al punto tappa (ristoro e alloggio) Il Mandorlo. Si prosegue sulla strada che nel Medioevo collegava Rosignano Marittimo con Pisa passando per vari eremi tra cui quello della Sambuca. Poco dopo si transita nei pressi di Villa Nardi dove si può vedere il noto "muro di Beppe" in cui sono stati rinvenuti interessanti fossili tra le pietre calcaree. In seguito si attraversa il torrente Sanguigna caratterizzato dalla presenza di 5 antichi mulini ad acqua. L'ippovia transita ora presso il Podere delle Porcarecce, luogo dove in epoca medievale sorgeva il borgo di Contrino con la pieve di San Michele

4.
Quarta tappa
Tra vigneti e oliveti

Seguendo il corso del Botro Motorno si oltrepassa un ponte etrusco incrociando la strada per la Fattoria di Paltratico. Seguendo un paesaggio collinare ricco di vigneti e oliveti, attraversato il Botro Scaforno, si raggiunge la chiesa di San Martino e si scende al Botro San Giorgio dove si incontra una sorgente permanente ideale per l'abbeveramento dei cavalli, anche nei mesi più caldi. Da qui comincia la risalita verso il borgo di Castelnuovo Misericordia dove si prosegue verso Nibbiaia seguendo la via del Marroccone. Da questo momento si guadagna gradualmente quota fino alla strada di crinale del Poggio delle Terre Rosse raggiungendo in breve il punto panoramico in zona Le Serre.

Seguendo il corso del Botro Motorno si oltrepassa un ponte etrusco incrociando la strada per la Fattoria di Paltratico. Seguendo un paesaggio collinare ricco di vigneti e oliveti, attraversato il Botro Scaforno, si raggiunge la chiesa di San Martino e si scende al Botro San Giorgio dove si incontra una sorgente permanente ideale per l'abbeveramento dei cavalli, anche nei mesi più caldi. Da qui comincia la risalita verso il borgo di Castelnuovo Misericordia dove si prosegue verso Nibbiaia seguendo la via del Marroccone. Da questo momento si guadagna gradualmente quota fino alla strada di crinale del Poggio delle Terre Rosse raggiungendo in breve il punto panoramico in zona Le Serre.

5.
Variante panoramica
Tra macchia mediterranea e archeologia

Dalla località Fociarella, attraversando l'asfalto della strada Colognole-Valle Benedetta, l'ippovia aggira a mezzacosta il Montemaggiore, con i suoi 340 metri, il rilievo più importante della zona. In breve si raggiunge un magnifico punto panoramico affacciandosi con un solo colpo d'occhio dalla Fattoria di Popogna al porto di Livorno, le isole dell'Arcipelago e Montenero. Il percorso prosegue sul crinale alternando tratti di bosco a radure e punti panoramici molto suggestivi arrivando in Località Palazzina. Il tracciato passa per un'area attrezzata e attraversa l'asfalto per proseguire nella Valle del Chioma, precisamente nella zona dell'ex poligono di tiro tra il Monte La Chiocciolina e Ginepraia dove si trovano le sorgenti del Chioma. 

Si scende verso valle passando per quello che fu "l'albergo dei pastori", su percorso ondulato tra macchia mediterranea e pascoli, incontrando prima di Nibbiaia un vecchio mulino nelle cui vicinanze, lungo il Chioma, si trova una sorgente permanente, ideale per abbeverare i cavalli. Lungo questo tratto dell'ippovia si incontrano le strutture di vecchie case rurali fino a raggiungere il podere Il Gorgo, nei pressi del quale si attraversa il Chioma per proseguire in evidente salita fino a Nibbiaia su quella che è nota come la Via di Montenero. Si oltrepassa il borgo seguendo la cosiddetta "passeggiata di Nibbiaia" con veduta sulla valle del Motorno, il Gabbro e le colline di Santa Luce, arrivando in località Legni Torti. Lungo la Via delle Corazze si sale seguendo uno spettacolare crinale che si affaccia contemporaneamente sul mare, i Monti Livornesi e le colline dell'interno. In località Casa Cirinei, ancora lungo il crinale, l'ippovia scende fino alla strada Nibbiaia - Castelnuovo Misericordia. 

Dopo 60 metri d'asfalto si torna nella macchia (con possibile deviazione verso Paltratico) arrivando a Piazza di Mattiola, importante punto di rifornimento acqua. Su un antico tracciato etrusco-ligure a mezza costa delimitata da resti di muri originari si percorre l'ultimo tratto prima di arrivare in località Le Serre, godendo di uno spettacolare panorama, e passando nei pressi della zona archeologica di Pian dei Lupi, necropoli tardo-ellenistica riferibile, vista la ricchezza e la complessità dei corredi, ad un ceto aristocratico. Il sito, sorto a cavallo tra il IV ed il III secolo a.C., deve la sua fortuna alla posizione strategica sulla costa tirrenica all’epoca della romanizzazione.

Dalla località Fociarella, attraversando l'asfalto della strada Colognole-Valle Benedetta, l'ippovia aggira a mezzacosta il Montemaggiore, con i suoi 340 metri, il rilievo più importante della zona. In breve si raggiunge un magnifico punto panoramico affacciandosi con un solo colpo d'occhio dalla Fattoria di Popogna al porto di Livorno, le isole dell'Arcipelago e Montenero. Il percorso prosegue sul crinale alternando tratti di bosco a radure e punti panoramici molto suggestivi arrivando in Località Palazzina. Il tracciato passa per un'area attrezzata e attraversa l'asfalto per proseguire nella Valle del Chioma, precisamente nella zona dell'ex poligono di tiro tra il Monte La Chiocciolina e Ginepraia dove si trovano le sorgenti del Chioma. 

Si scende verso valle passando per quello che fu "l'albergo dei pastori", su percorso ondulato tra macchia mediterranea e pascoli, incontrando prima di Nibbiaia un vecchio mulino nelle cui vicinanze, lungo il Chioma, si trova una sorgente permanente, ideale per abbeverare i cavalli. Lungo questo tratto dell'ippovia si incontrano le strutture di vecchie case rurali fino a raggiungere il podere Il Gorgo, nei pressi del quale si attraversa il Chioma per proseguire in evidente salita fino a Nibbiaia su quella che è nota come la Via di Montenero. Si oltrepassa il borgo seguendo la cosiddetta "passeggiata di Nibbiaia" con veduta sulla valle del Motorno, il Gabbro e le colline di Santa Luce, arrivando in località Legni Torti. Lungo la Via delle Corazze si sale seguendo uno spettacolare crinale che si affaccia contemporaneamente sul mare, i Monti Livornesi e le colline dell'interno. In località Casa Cirinei, ancora lungo il crinale, l'ippovia scende fino alla strada Nibbiaia - Castelnuovo Misericordia. 

Dopo 60 metri d'asfalto si torna nella macchia (con possibile deviazione verso Paltratico) arrivando a Piazza di Mattiola, importante punto di rifornimento acqua. Su un antico tracciato etrusco-ligure a mezza costa delimitata da resti di muri originari si percorre l'ultimo tratto prima di arrivare in località Le Serre, godendo di uno spettacolare panorama, e passando nei pressi della zona archeologica di Pian dei Lupi, necropoli tardo-ellenistica riferibile, vista la ricchezza e la complessità dei corredi, ad un ceto aristocratico. Il sito, sorto a cavallo tra il IV ed il III secolo a.C., deve la sua fortuna alla posizione strategica sulla costa tirrenica all’epoca della romanizzazione.

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