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Filetto, Villafranca in Lunigiana
Città e borghi

Filetto

Alla scoperta di mura bizantine e della suggestiva Selva di castagni

Filetto, antico borgo del Comune di Villafranca in Lunigiana, svela sia nel nome che nelle forme le sue origini bizantine: il termine “Filetto”, infatti, deriva dal greco Fulacterion, che significa “borgo fortificato”
Il paese conserva ancora la forma quadrangolare tipica dei borghi di fondazione e degli accampamenti tardo antichi, con strade tra loro perpendicolari e piazze centrali. Alla parte più antica, caratterizzata da stretti vicoli come il borgo degli ebrei e una grande piazza mercatale, si aggiunge una “addizione” tardo rinascimentale, l’affascinante Borgo degli Ariberti.

La storia del borgo

A partire dal 1351, il borgo mercatale di Filetto, attraversato dalla Via Francigena e dalla via che conduce a Bagnone, faceva parte del feudo di Malgrate, governato dal giovane Bernabò Malaspina. Nel corso del Seicento, l’intero feudo è dapprima ceduto alla Camera Ducale di Milano e in seguito acquisito dalla famiglia Ariberti di Cremona, che presto, intuendo la posizione strategica di Filetto, favorì lo sviluppo del borgo di fondovalle a discapito del capoluogo del feudo. 

Gli Ariberti allargarono il borgo costruendo un’ampia via centrale, una piazza e un palazzo signorile adiacente alla chiesa dei Santi Jacopo e Antonio e al Convento Fatebenefratelli. L’addizione si lega al borgo in maniera elegante, con dei ponti sospesi e degli archi che sovrastano le porte di ingresso al paese e che collegano i palazzi principali. 

A partire dal 1351, il borgo mercatale di Filetto, attraversato dalla Via Francigena e dalla via che conduce a Bagnone, faceva parte del feudo di Malgrate, governato dal giovane Bernabò Malaspina. Nel corso del Seicento, l’intero feudo è dapprima ceduto alla Camera Ducale di Milano e in seguito acquisito dalla famiglia Ariberti di Cremona, che presto, intuendo la posizione strategica di Filetto, favorì lo sviluppo del borgo di fondovalle a discapito del capoluogo del feudo. 

Gli Ariberti allargarono il borgo costruendo un’ampia via centrale, una piazza e un palazzo signorile adiacente alla chiesa dei Santi Jacopo e Antonio e al Convento Fatebenefratelli. L’addizione si lega al borgo in maniera elegante, con dei ponti sospesi e degli archi che sovrastano le porte di ingresso al paese e che collegano i palazzi principali. 

L’antica Selva di Castagni

Appena fuori dal piccolo borgo, ancora cinto dalle mura seicentesche, si estende la famosa Selva di Castagni: un castagneto secolare che circonda il piccolo oratorio di San Genesio. Questo luogo, che Carlo Caselli, rievocando la memoria dantesca nel suo racconto sulla Lunigiana ignota definisce “Selva dei Suicidi”, è da sempre considerato sacro e lo testimoniano le undici Statue Stele qui rinvenute e i due imponenti Menhir qui ancora eretti. 

L’oratorio trova ancora oggi la devozione dei turisti e dei villafranchesi, che ogni anno dedicano al santo una storica fiera di fine estate, che qui si svolge fin dal Seicento intorno al 25 agosto. Anticamente, la fiera era dedicata soprattutto al bestiame: qui si vendevano e acquistavano gli animali da cortile e da allevamento prima dell’autunno e dell’inverno, ma era anche un’occasione di festa e di… fidanzamento! In occasione della Fiera di San Genesio, infatti, gli innamorati donavano alle ragazze degli uccellini come promessa nuziale. 
Oggi la fiera si svolge sotto i castagni e lungo le strade laterali ed è un’occasione per salutare l’estate con musica, acquisti e assaggi di specialità gastronomiche lunigianesi. 

Appena fuori dal piccolo borgo, ancora cinto dalle mura seicentesche, si estende la famosa Selva di Castagni: un castagneto secolare che circonda il piccolo oratorio di San Genesio. Questo luogo, che Carlo Caselli, rievocando la memoria dantesca nel suo racconto sulla Lunigiana ignota definisce “Selva dei Suicidi”, è da sempre considerato sacro e lo testimoniano le undici Statue Stele qui rinvenute e i due imponenti Menhir qui ancora eretti. 

L’oratorio trova ancora oggi la devozione dei turisti e dei villafranchesi, che ogni anno dedicano al santo una storica fiera di fine estate, che qui si svolge fin dal Seicento intorno al 25 agosto. Anticamente, la fiera era dedicata soprattutto al bestiame: qui si vendevano e acquistavano gli animali da cortile e da allevamento prima dell’autunno e dell’inverno, ma era anche un’occasione di festa e di… fidanzamento! In occasione della Fiera di San Genesio, infatti, gli innamorati donavano alle ragazze degli uccellini come promessa nuziale. 
Oggi la fiera si svolge sotto i castagni e lungo le strade laterali ed è un’occasione per salutare l’estate con musica, acquisti e assaggi di specialità gastronomiche lunigianesi. 

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