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Una singolare Annunciazione

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L'Angelo Annunciante attribuito a Leonardo da Vinci e La Madonna del Parto nei modi di Piero della Francesca

La sala principale al primo piano del Centro Espositivo Leo-Lev fa da cornice alla mostra Una Singolare Annunciazione, curata da Oreste Ruggiero, Ilaria Boncompagni e patrocinata da MIBACT, Soprintendenza ABAP Lucca e Massa Carrara, Arcidiocesi di Lucca, Parrocchia di San Gennaro e promossa dal Centro Leo-Lev. 

Una Singolare Annunciazione è un percorso espositivo che conduce all’approfondimento culturale del patrimonio artistico della Pieve di San Gennaro in Lucchesia. In un unico ambiente –  quello della Sala XI del Centro Leo-Lev – si presentano tre importanti opere in dialogo fra di loro, provenienti dalla chiesa nella località omonima, frazione di Capannori.

La prima, l’Arcangelo Gabriele, è un’opera straordinaria in terracotta attribuita da Carlo Ludovico Ragghianti alla scuola del Verrocchio e dal professor Carlo Pedretti a Leonardo da Vinci giovane, reputandola la più grande fra le sculture ascritte al maestro del Rinascimento.

Carlo Pedretti – massimo esperto mondiale sull’arte e la vita di Leonardo – in una puntata di Superquark, nel 1999, ha affermato che la statua dell’Angelo presenta numerosi caratteri distintivi dell’artista-scienziato: dal drappeggio del braccio alla capigliatura, dal volto all’impostazione del corpo che suggerisce il “movimento”. 

Eseguita presumibilmente alla fine del Quattrocento o agli inizi del Cinquecento e collocata nella Pieve di San Gennaro, l’opera subì un grave danno nel 1773 quando – secondo alcuni documenti dell’epoca – cadde in frantumi dopo essere stata colpita da una scala, durante gli addobbi per la festa del co-patrono San Cirillo. Il restauro, coordinato da Oreste Ruggiero e finanziato da Leo-Lev, è stato eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. 

La seconda opera è la Replica dell’Angelo Annunciante realizzata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Una copia a grandezza naturale dell’Arcangelo Gabriele, eseguita con modalità di modellazione e cotture dell’argilla, riproponendo le stesse pigmentazioni dell’Originale quattrocentesco.

Infine, l’altra rarità in mostra è La Madonna del Parto della Pieve di San Gennaro (artista anonimo), una scultura in terracotta particolarmente misteriosa, essendo unica al mondo nel suo genere in terracotta, di dimensione al naturale di circa cm 1.68 (molto più del normale rispetto alla rappresentazione della donna tipica del 1400) e per il vivo richiamo ai temi e ai modi della Madonna del Parto di Monterchi di Piero della Francesca.

Scrive Oreste Ruggiero nella pubblicazione Se Fosse un indice che è Leonardo … L’Arcangelo Gabriele e la Madonna del Parto: “Può risultare interessante sviluppare una comparazione fra gli elementi dell’abbigliamento che caratterizzano la Madonna del Parto di San Gennaro e la Madonna del Parto di Monterchi; soprattutto per quanto riguarda la stessa tipologia della veste, lo scollo geometrico, le asole per i nastri che si sviluppano in verticale, gli ampi tagli verticali a mandorla per consentire l’adattamento della veste alla gravidanza e le pieghe, come scanalature di colonne nella stessa veste”.

La scultura della Madonna del Parto versava in condizioni tali che ne impedivano la percezione dell’insieme e la preziosità dei particolari che la contraddistinguono. 

Il restauro è in corso al Centro Espositivo Leo-Lev – eletto “opificio” per il restauro della scultura – sotto la guida di Filippo Tattini, con la collaborazione di Iolanda Larenza, incaricato dopo un ruolo da protagonista per il recupero dell’Angelo Annunciante, in occasione del restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Oltre ad illustrare le operazioni di restauro, l’intento espositivo di Una Singolare Annunciazione è evidenziare come l’Angelo Annunciante e La Madonna del Parto siano inscindibili fra di loro, in quanto una documentazione d’archivio del 1646 descrive le sculture poste una di fronte all’altra come un gruppo scultoreo dell’Annunciazione; mentre Antonio Mazzarosa in La Terra di San Gennaro la sua Pieve e il suo Pievato, Note artistiche storiche, Memoria (1933) scrive: “Due statue, di grandezza naturale, in terra cotta senza vetrina, l’una ridotta in due pezzi, ma ricomponibile (l’angelo), l’altra mutilata delle mani (la Vergine) […] Poste l’una di fronte all’altra rappresentava l’Annunciazione della Vergine”.

In un’unica sala, il Centro Espositivo Leo-Lev presenta ai visitatori il valore simbolico fra l’Angelo e la Madonna riuniti in Una Singolare Annunciazione, un gruppo scultoreo che l’Arcidiocesi di Lucca, la Parrocchia di San Gennaro e la Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara vorranno collocate di nuovo assieme, in dialogo fra loro, al rientro delle opere nella Pieve di San Gennaro.